Stavolta non riesce a trattenere la rabbia: “È una cosa indecente”. Maria Muscarà, consigliera regionale del gruppo misto, si è vista bocciare la mozione sul “Distacco dai tetti di spesa della diagnostica urgente come Pet, Tac, per i malati oncologici e di altre patologie gravi”. Ma è stata piena bagarre nelle fasi del voto. “Il presidente Oliviero, che dovrebbe garantire la corretta gestione del consiglio – accusa la consigliera ex M5S -, prima mi ha chiesto più volte di ritirare la mozione, poi ha consentito il voto per alzata di mano: un voto che si è ripetuto ben tre volte”.
La prima volta “era 14 voti di approvazione e 3-4 contrari – racconta -; la seconda il numero di contrari è aumentato; alla terza votazione, quando si è accorto che il voto era favorevole alla maggioranza, Oliviero ha chiuso e ha bocciato la mozione”. Muscarà è un fiume in piena. “Io – sottolinea – a Oliviero ho ribadito che la mozione non l’avrei voluta ritirare, li volevo costringere al voto”. La consigliera è stata irremovibile. L’obiettivo della mozione era di “escludere la diagnostica per i malati oncologici dai tetti di spesa, e che ci fosse attenzione affinché le analisi fossero prescritte dall’oncologo, senza passare dal medico di base. I tetti di spesa mensilmente ancora puniscono chi ha bisogno di un’urgenza che non può essere soddisfatta nel giro di 4-5 giorni, per cui deve andare dal privato e paga”.
All’assemblea ha ricordato che “a Caserta Pet e Tac non si possono fare perché non c’è la strumentazione nel settore pubblico, e che oggi – anche se non c’entra con i malati oncologici – al pronto soccorso di Piedimonte Matese hanno chiuso il reparto di ginecologia. Se non sono notizie gravi queste?”. Ma la maggioranza ha fatto muro. “La loro narrazione di una sanità che funziona – insiste Muscarà – non deve essere toccata. Ma non è corretto ingannare così”. La consigliera del misto ha duellato con l’assessore Cinque e i consiglieri di maggioranza. Ora li appella “i ‘sinistri’, perché non riesco a chiamarli né sinistra né Pd”. Ma più di tutti, mette nel mirino Oliviero: “Ha fatto come quegli arbitri che, pur di far vincere la loro squadra del cuore, aumentano i minuti di recupero, finché il risultato non è a loro favorevole”.
Il presidente del consiglio regionale, come suo diritto, ha anche votato contro la mozione. Dinanzi al pressing di Fiola del Pd, Oliviero si è spazientito in dialetto: “Bruna, amma vutà, lei (Muscarà, ndr) chiede di votarla e non possiamo cambiarla”. Il siparietto si è concluso con la bocciatura finale. Contattato da Anteprima24, il presidente dell’assemblea replica alla Muscarà: “Fa una polemica inutile, io non sono l’arbitro. Sono uno che verifica se ci sono colleghi fuori dall’aula che stanno entrando dentro, e se alzano la mano io li calcolo. Dal punto di vista della consigliera che fa l’opposizione, giustamente per carità, se voleva farla bene poteva chiedere il voto elettronico. Se non l’hanno chiesto non è un problema mio”. Oliviero aggiunge che il voto elettronico si può chiedere “insieme a due capigruppo dell’opposizione o almeno cinque consiglieri”. E alla consigliera del misto dice: “Poteva chiederlo, avrebbe avuto la prova se erano presenti o meno in aula nella maggioranza. Quando si fa per alzata di mano, si fa per alzata di mano”. Muscarà, però, non nasconde “l’amarezza di sentirmi assolutamente sola in questo consiglio, che è diventato un teatrino imbarazzante nel quale la democrazia, la collaborazione e la partecipazione vengono ignorate”.
Bocciata mozione su malati oncologici e tetti spesa: è polemica tra consiglieri