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C’è un convitato di pietra, nel salone Belle Époque del Gran Caffè Gambrinus a Napoli, ed è il governatore della Campania. E ci sono i forfait dell’ultimo minuto, per impegni improrogabili: Sandro Ruotolo, neo componente della segreteria Pd, e Salvatore Micillo, coordinatore regionale M5S. Ma gli “intellettuali anti De Luca” non abbassano la guardia, e sparano ad alzo zero sull’inquilino di Santa Lucia.

“Altro che lanciafiamme per il Covid: De Luca è come la signora della Madonna di Trevignano, racconta palle” attacca Pietro Spirito, ex presidente dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno centrale. Nel mirino ci sono i dati Eurostat sulla Campania, ma anche i risultati su sanità e trasporti. L’happening napoletano è un fuoco di fila contro il governatore, anzi “Il Monarca”. Così si intitola il libro – curato da Luciana Libero e Massimiliano Amato – scritto l’anno scorso dagli intellettuali dissidenti. E prima dell’opera, c’è stata la lettera aperta ad Enrico Letta, allora segretario del Pd. Un atto d’accusa sulle prassi del potere deluchiano.

“Dal Nazareno ci fu risposto – dice Amatoche si sarebbero occupati del problema da noi sollevato. Invece non solo non se ne sono occupati, ma hanno stretto un ulteriore patto con De Luca, in occasione delle elezioni politiche”. Il gruppo ora nutre speranze in Elly Schlein, per il suo anatema contro i cacicchi del Pd. “Siamo molto partecipi al suo sforzo, ma – avverte il saggista Isaia Salessaremo vigili. Lei ha scelto De Luca come metro di valutazione del suo operato”. Uno dei nodi è il terzo mandato. Il governatore si dichiara “candidato in eterno”, Schlein invece ha dato l’altoltà. “Il terzo mandato non è previsto dallo statuto del Pd, mi chiedo – osserva Salesse Bonaccini, presidente del partito, lo sappia”. Secondo lo studioso, “i terzi mandati sono sconsigliabili perché si trasformano in satrapi. Anche perché quando uno ha fatto bene a livello locale, la politica lo richiama a livelli superiori. Se invece non si vuol muovere dal potere locale, significa che non si sa rinunciare al proprio potere”. Lapidario il costituzionalista Massimo Villone: “Condivido le valutazioni su De Luca come pessimo amministratore, ma se anche fosse stato il migliore degli amministratori sarei rimasto dell’idea che il terzo mandato non vada fatto. Esiste un principio che trova la sua radice nell’articolo 122 della Costituzione, e fa rinvio a una legge adottata nel 2004. Da allora il nostro ordinamento dice no al terzo mandato consecutivo”.

È di ieri il faccia a faccia tra il presidente della Regione e il commissario regionale dem, Antonio Misiani. Ma le parti restano distanti. “Se non c’è la liberazione da De Luca, un uomo di potere – avverte Sales -, il Pd non potrà essere il partito dei gazebo e della pubblica opinione democratica: le due cose sono incompatibili”. Il nuovo Pd, targato Schlein, guarda con simpatia agli intellettuali antideluchiani. Ma, per adesso, è attento a non creare sovrapposizioni. Gli equilibri in Campania sono fragili: alle primarie la mozione Bonaccini, trainata da De Luca, ha preso il 68.5%. Alla fronda anti De Luca, gli unici politici intervenuti sono la consigliera comunale Alessandra Clemente, iscritta al gruppo misto, e il senatore pentastellato Luigi Nave. “In questa battaglia – afferma Spiritonon è che il fronte anti De Luca sia una ressa a centrocampo. Siamo un gruppo di persone abbastanza sparuto, spesso c’è una non risposta che inquieta”.