Tempo di lettura: 2 minuti

Tre consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di Napoli – Sabrina Sifo, Eugenio Pappa Monteforte e Ilaria Imparato – hanno rassegnato le dimissioni dopo avere fatto istanza di commissariamento dell’organismo presieduto dall’avvocato Antonio Tafuri. Entrambe le decisioni sono state adottate dai consiglieri, secondo quanto si apprende, sono legate a dissidi sorti dopo avere scoperto lo scorso 19 ottobre, durante una seduta consiliare, l’esistenza di un debito di 1,1 milioni di euro, per tasse, imposte e contributi previdenziali non versati dal 2008. Per sanare l’ammanco i vertici dell’Ordine degli Avvocati, dopo essersi consultati con alcuni professionisti, hanno approntato insieme con l’Agenzia delle Entrate un piano di rientro (con un pagamento raitezzato del debito) non condiviso dai diversi consiglieri e in particolare da Sifo, Pappa Monteforte e Imparato i quali, dopo avere chiesto il commissariamento dell’Ordine hanno rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere. I tre consiglieri sono gli stessi che lo scorso ottobre hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti alle quali hanno chiesto di fare luce sulla vicenda.

In precedenza, questa mattina, negli uffici Camera Penale Tribunale a Napoli, su due pareti scritte con slogan contro il debito milionario dell’Ordine.

Slogan contro i presunti responsabili del debito milionario dell’Ordine degli Avvocati di Napoli sono state trovate stamattina negli uffici della Camera Penale che si trovano nel Palazzo di Giustizia partenopeo. Ignoti si sono introdotti negli uffici tra ieri e stamattina e, con una bomboletta spray di colore rosso, hanno scritto su due pareti “1.100.000 di euro, fuori i ladroni”. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte degli agenti del Commissariato del Palazzo di Giustizia. Il caso dell’ingente ammanco – emerso durante una riunione del consiglio dell’ordine – ha portato alla presentazione di due esposti da parte di tre consiglieri rispettivamente alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.