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Ha picchiato il proprietario 82enne di un appartamento del quartiere Chiaia di Napoli per costringerlo ad affittare la casa al nipote, figlio del fratello, capo del clan Piccirillo: è quanto i carabinieri contestano a Ciro Piccirillo, ritenuto elemento di vertice dell’omonimo clan, arrestato, ieri con l’accusa di tentata estorsione e lesioni aggravati dal metodo mafioso.
L’aggressione è scattata quando la vittima gli ha negato l’abitazione, sicuro che l’affitto, quella famiglia non l’avrebbe mai pagato. Dopo le botte, Ciro Piccirillo ha intimato all’82enne di consegnargli il titolo di proprietà dell’immobile e anche 5mila euro in contanti. L’aggressione e la richiesta estorsiva, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della stazione Posillipo, del nucleo operativo Bagnoli e del nucleo investigativo di Napoli (coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea), sono avvenute lo scorso 24 marzo. L’anziana vittima ha ripotato contusioni provocate da calci e pugni ai reni e alla schiena giudicate dai sanitari guaribili in 7 giorni.
Ciro Piccirillo, 68 anni, soprannominato “Barabba”, è il fratello di Rosario Piccirillo, detto (o’ biondo), ritenuto dagli inquirenti vertice dell’omonima famiglia malavitosa legata alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”: la persona a cui avrebbe dovuto consegnare le chiavi dell’appartamento è, invece, il figlio di Rosario.