Gli universitari e gli ambientalisti contro il cambiamento climatico da un lato, i comitati di Napoli Est dall’altro. Alla Federico II contestazione al ministro Sangiuliano, ospite dell’ateneo per tenere una lectio magistralis, dal titolo Cultura di massa e politica culturale.
Ma i contestatori, a dire il vero, il ministro della cultura non sono riusciti a vederlo. L’auto di Sangiuliano è svicolata da un’uscita laterale della sede centrale. All’ingresso principale, sul corso Umberto, tensioni tra i collettivi universitari e il cordone delle forze dell’ordine, schierato in assetto anti sommossa sulla scalinata. Sul posto anche la Rete No Stop Gnl, in trincea contro la realizzazione del deposito di gas liquido a Vigliena, sulla litoranea di San Giovanni a Teduccio.
Nell’iter autorizzativo al progetto è coinvolto anche il ministero dei Beni Culturali. L’ultimo parere per il via libera, infatti, spetta alla Soprintendenza. Gli attivisti di Napoli Est hanno incontrato il segretario del ministero della Cultura, consegnando i loro volantini. “Il segretario – affermano – si è impegnato ad approfondire l’argomento di chiara pericolosità del progetto presentato da Edison e Q8. L’impegno che ci siamo assunti è quello di inviargli ulteriore materiale chiedendogli di impegnarsi ed adoperarsi nell’esprimere parere negativo del ministero”.
La delegazione di Napoli Est ha inoltre partecipato alla protesta, indetta davanti all’università da Fridays for Future Napoli, Lea ClimaX, Link Napoli, Mezzocannone Occupato, Ex Opg, Animal Save.
“Fuori i fascisti dall’università!” il grido scandito più volte. In una nota, gli organizzatori del presidio dicono di essere stati “bloccati e spinti via” dagli agenti. L’obiettivo era di “affiggere uno striscione all’interno della Federico II” contro Sangiuliano.
“Crediamo che il rettore – attacca la nota dei manifestanti- stia mettendo in campo un’operazione vergognosa, dando spazio all’interno della Federico II agli esponenti del governo più a destra della storia della Repubblica”. Tra le accuse al ministro, quella di aver “promosso più di altri il decreto così detto ‘ecovandali’”, che prevede il carcere per chi sporca edifici pubblici e monumenti.