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Rifiuti, un quadro campano in chiaroscuro dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva. Diminuisce del 2,1% la spesa sostenuta da una famiglia per la Tari. In media nel 2024 è di 407 euro, rispetto ai 416 dello scorso anno. Lasciando così alla Puglia la maglia nera (427 euro), e passando dall’ultimo al penultimo posto. Napoli è comunque il quarto capoluogo italiano più caro, pur registrando una contrazione (-1,8%). E spiccano le differenze regionali. Si spendono in media 482 euro a Napoli (491 nel 2023), 441 a Benevento (-0,2%), 440 a Salerno (-2,5%). La spesa ammonta a 369 a Caserta (+0,5%), unico capoluogo della Campania ad aumentare. E si pagano 302 euro ad Avellino, dove si evidenzia il calo medio più sostanzioso (-7,3%). Ma in Campania si segnala ancora una spesa più alta della media nazionale (329 euro), peraltro in salita del 2,6%.

Il tallone d’Achille, però, è sempre la raccolta differenziata. A livello italiano, nel 2022, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati. “Seppur – sottolinea il report – con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea”. Viceversa in Campania siamo al 55,6% (anno 2022), dato tuttavia in crescita. Anche qui “con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi” aggiunge Cittadinanzattiva. Si va infatti dal 66% a Benevento e Avellino al 40,4% di Napoli. Lo stesso dato napoletano, nel 202, risulta del 41,91%, sul sito dell’Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti in Campania. Pertanto, l’avanzamento sarebbe di appena 1,5% in 12 mesi. Non sono ancora disponibili, in ogni caso, le cifre del 2024. Secondo il report di Cittadinanzattiva, a Napoli cresce anche la produzione pro capite di rifiuti urbani (567,6 kg). Lo stesso trend ad Avellino (420,1). Scende invece a Caserta (513,7), Salerno (457,8) e Benevento (454,1).

Secondo i dati dell’Ispra, in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. Tra le aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). Nei capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%). In 20 capoluoghi si è al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentualipiù basse riguardano i Raee (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).