Tagli ai fondi Pnrr, Napoli è la città metropolitana più colpita. L’allarme arriva dalla Fondazione Openpolis, che ha elaborato i dati di governo e Anci. “In valori assoluti – spiega il report -, il territorio maggiormente penalizzato da questa decisione del governo sarebbe quello di Napoli (824,8 milioni), seguito da Roma (718,3 milioni) e Torino (493,6 milioni). Se però consideriamo la percentuale di fondi “persi” rispetto a quanto inizialmente previsto, il danno più significativo lo registra la provincia di Pistoia (-67,7%). Seguono Biella (-66,7%) e Alessandria (-65,1%)”. Dunque la revisione del piano non smette di agitare lo scenario politico-economico. Si tratta di 16 miliardi di opere da definanziare in totale, a causa di ritardi e rischi di mancato completamento per la scadenza del 2026.
Per il ministro Raffaele Fitto, però, non si tratta di un taglio vero e proprio taglio. I progetti troverebbero coperture di altro tipo, tra cui i fondi europei per la coesione, i fondi strutturali europei e il fondo complementare. Ma le rassicurazioni non bastano a regioni ed enti locali. “Sorgono comunque alcune perplessità – sottolinea Openpolis – su tutta questa operazione. Ad esempio, un dossier realizzato dai servizi studi di camera e senato ha avanzato dubbi sull’effettiva capacità dell’esecutivo di intercettare le risorse”. Parole che non tranquillizzano affatto, a partire dall’area napoletana, secondo territorio in Italia (1,8 miliardi) per volume di importi del Pnrr. Tra i progetti definanziati, quelli di rigenerazione urbana a Scampia e Taverna del Ferro. Contro la scelta, la settimana scorsa il consiglio comunale di Napoli ha approvato – all’unanimità – un ordine del giorno. La richiesta al governo di non eliminare i fondi è stata sottoscritta da tutti i gruppi consiliari. Compreso il centrodestra.