Si è incatenato ad un albero di piazza Municipio, sotto al comune di Napoli, Suleiman Mohammad Omar. Il rappresentante della comunità palestinese protestava per chiedere all’amministrazione comunale di esprimersi sulla strage a Gaza. Con lui un centinaio di dimostranti. “Il giorno della memoria – ha spiegato Suleiman – è stato istituito affinché non si ripeta mai più uno dei più grandi crimini contro l’umanità ad opera del regime nazista, contro ebrei, slavi, omosessuali, comunisti, rom, sinti, jenish, testimoni di Geova, pentecostali, disabili fisici e mentali“. Tutti “discriminati per differenze etniche, religiose, ideologiche, politiche e fisiche”.
Per questo il prossimo 27 gennaio, anche a Napoli, i palestinesi saranno in piazza. “Per la Palestina senza se e senza ma” ha ribadito Suleiman. Per dire cioè “mai più discriminazioni, mai più deportazioni mai più genocidi”. Il Consiglio comunale ha sospeso i lavori per ricevere una delegazione dei manifestanti. A invocare lo stop ai lavori, per incontrare la comunità, il consigliere Sergio D’Angelo. La seduta è poi ripresa dopo circa mezz’ora.
“La Rete sociale NoBox questa mattina ha partecipato alla manifestazione di protesta – ha comunicato una nota degli attivisti – Superfluo, in questa circostanza, aggiungere ulteriori motivazioni a ciò che oramai è chiaro a tutti. Ci troviamo di fronte ad un genocidio. Ed alloro tutti devono mobilitarsi affinchè si raggiunga un immediato ed incondizionato ‘cessate il fuoco'”. Secondo i NoBox è “necessario che oltre a comitati, associazioni, cittadini, facciano sentire la loro voce anche le Istituzioni”. Il percorso di pace, come noto, “è una salita ardua, ma bisogna cominciare a costruire i primi gradini”. Ecco perché, “se tutte le città di questo Paese, esprimessero tale volontà – sottolinea la rete NoBox – e la facessero giungere al Governo, potremmo dire che il primo gradino è stato fatto. Diversamente è l’oblio, un colpevole oblio”.
(Foto Renato Mastrogiovanni)