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Da un lato il business plan del Napoli, dall’altro lo sport di base, pulsante ma lontano dai riflettori. Sul futuro dello stadio Maradona, è plastica la divaricazione in commissione comunale Sport. Due mondi agli antipodi, e c’è già chi si schiera. “L’eliminazione della pista di atletica è solo una richiesta di De Laurentiis” frena Gennaro Esposito, presidente della commissione. Il consigliere precisa come, in tal senso “non ci siano prescrizioni normative, neanche dall’Uefa”. Agli Europei 2032, assegnati a Italia e Turchia, l’Olimpico di Roma infatti ci sarà. E da quelle parti nemmeno pensano a privarsi della pista. Anzi, a giugno prossimo Roma ospiterà gli europei di Atletica.

E per questa disciplina, si è anche candidata ai mondiali. Non a caso “ogni volta che ci sono le partite, la pista viene coperta e protetta” sottolinea Esposito. “Assurdo che invece a Napoli si discuta di togliere l’impianto equivalente” rileva Carlo Cantales, consigliere nazionale Fidal. Una rappresentanza di società sportive e federazioni è stata ascoltata in commissione. Un fronte compatto, a difesa della pista. “Un baluardo simbolico” spiega Cantales. Il timore è che, togliendola, dal Maradona sparirebbero gli altri sport. “Nel momento in cui venisse toccata – sostiene il consigliere della Federazione Italiana Atletica Leggera -, verrebbe meno la sicurezza di tutelare le discipline che si praticano per abili e disabili, al di sotto del campo di gioco“. Non solo atletica, ma arti marziali, pugilato e altro. Un universo in coabitazione col calcio, ma per molti sommerso.

Eppure il Maradona, ogni giorno, fa muovere 4.000 atleti. A loro si aggiungono, poi, i familiari accompagnatori. Una piccola città in movimento, con circa 10.000 abitanti. Il calcio Napoli, però, ha altri progetti. Ma sul restyling dello stadio si annuncia battaglia. “Anche il ministro Abodi, a Napoli, ha ribadito che la pista non si doveva levare” ricorda Sergio Colella, delegato allo Sport per la Città metropolitana. Il tracciato è stato rifatto appena 5 anni fa, per le Universiadi. “È una delle quattro migliori piste d’Italia – avverte Cantales -, tra gli stadi strutturati per ospitare un grande evento“. Perderla, comporterebbe l’addio ai meeting internazionali. Ma chi oggi vuole salvarla, fa leva su diverse ragioni. Lo stadio è “un centro di socialità fondamentale per tutta l’area ovest della città” evidenzia il consigliere Fidal.

E si indica un possibile paradosso. Nel 2026 Napoli sarà Capitale europea dello sport, e “non può andarsi a privare dello sport in quartiere come Fuorigrotta – insiste Cantales -, dove oltre alla Mostra d’Oltremare non ci sono parchi né strutture“. Tuttavia, il dirigente Fidal assicura “massima disponibilità a dialogare, a patto che si venga coinvolti nelle decisioni e non che cadano dall’alto”. Il metodo dialettico varrebbe sempre, anche nella “ipotesi nefasta di chiusura di quello spazio”. A patto che “prima venga completato – chiarisce Cantales – uno spazio equivalente nello stesso quartiere“.