Per 91.000 euro la Regione Campania ha acquistato varie attrezzature sportive, presenti allo stadio Collana, compreso un bar-buvette valutato circa 50.000 euro. A cederle è stata la Giano srl, ex concessionaria dell’impianto napoletano, con cui in precedenza l’ente aveva vinto un lungo contenzioso giudiziario. L’acquisto di beni dall’ex controparte, al 50% del valore di fattura Iva, è però al centro di un nuovo scontro in consiglio regionale. Al question time, a interrogare la giunta è la consigliera del misto Maria Muscarà, già autrice di varie interpellanze sull’affaire Collana. A precisa richiesta, l’assessore Antonio Marchiello illumina anche sul destino di altre attrezzature, acquistate per lo stadio del Vomero in vista delle Universiadi 2019. Si viene a sapere così che, dopo la kermesse di 5 anni fa, sono state trasferite al Coni Campania. A titolo gratuito.
Ma è sui beni venduti da Giano, che in aula si alza la tensione. “Per quanto riguarda i criteri di valutazione delle attrezzature, la Regione Campania e l’agenzia regionale Arus – spiega Marchiello – hanno richiesto specifico intervento al presidente del comitato regionale Coni, in ragione della sua terzietà e competenza in materia. La valutazione è stata resa sulla scorta delle date di acquisto dei beni e dello stato di conservazione“. L’assessore assicura che “i beni sono tutti in ottimo stato, e avremmo dovuto ricomprarli perché si usano per le varie palestre”. E inoltre “ci è sembrato intelligente pagare qualcosa in più del 50% per beni utilizzati pochissimo”.
Ma la risposta non convince Muscarà. “Oltre al danno anche la beffa – accusa la consigliera -, la Regione Campania dopo aver aperto un tavolo mercatale con la Giano che non pagava da anni per la gestione dello Stadio Collana, ha acquistato alcuni tra beni e attrezzi ad una cifra superiore a quella che il Coni nel 2023 aveva stabilito, ossia al 40% del valore”. E ancora: “La Regione, nonostante sia stata danneggiata in questi anni per la malagestione del Collana, ha deciso di sedersi al tavolo con la Giano, inserendo finanche le attrezzature di Bar/Bouvette”. Il tutto per “circa 91.065,86 euro di soldi pubblici, rispetto alla stima di 70mila euro del Coni”. Muscarà rilancia: “Che necessità c’era?”. E poi la consigliera chiama in causa i lavori allo stadio, appena iniziati con l’abbattimento delle tribune. Un restyling su cui la Regione investe 40 milioni di euro. E si chiede chi “deciderebbe di acquistare delle grandi strumentazioni anche usate, prima di svolgere dei lavori ad alto impatto, sapendo di doverle mettere prima a deposito e quindi pagando per lo spostamento ed il rischio di danneggiamento di questi”. La chiosa è ironica: “Un vero affarone”. Ma di certo non finirà qui.