Chiuso il lungo capitolo della battaglia legale, per lo stadio Collana si volta pagina. All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, con la quale l’impianto del Vomero è tornato nella disponibilità della Regione, ci si interroga sui prossimi passi. “Sul decreto di decadenza della Regione, convalidato dal consiglio di Stato, c’è scritto che l’impianto verrà affidato all’Arus, Agenzia Regionale Universiadi per lo Sport, che ha le risorse per ristrutturarlo. E poi verrà affidato alle associazioni del territorio, tramite il Coni e le federazioni sportive. Mi sembra la strada migliore, perché si parla di enti pubblici che interagiscono per finalità di pubblico interesse”. A parlare è Sandro Cuomo, leggenda della scherma. Lui è a capo del comitato delle Associazioni sportive, operanti nella struttura prima della concessione alla società Giano, oggetto del contenzioso giudiziario. Le associazioni si sono costituite ad oppenendum nei due gradi di giudizio, instaurati dal ricorso dell’ex concessionaria. Oggi c’è soddisfazione, ma non il tempo per brindare. L’urgenza è mettersi all’opera, per riaprire l’impianto, in una città storicamente carente di strutture sportive. “Ma questo – specifica Cuomo – dipenderà dalla celerità con cui si muoveranno le istituzioni per la strategia di ristrutturazioni che vogliono mettere in campo. La cosa importante adesso è fare un tavolo di lavoro”.
Col ritorno alla gestione regionale, infatti, restano alcuni nodi da sciogliere. Il Collana è un grande centro polifunzionale, e diverse aree vanno rimesse a nuovo, da anni. La Regione, in una nota, evidenzia la mission da perseguire: “Finalità sociali e promozione dello sport anche da parte delle fasce più deboli”. E annuncia la consegna dell’impianto all’Arus per il prossimo 2 maggio. Anche per questo, Cuomo auspica “che non si fermino le attività, quelle che possono già essere riprese a settembre perché le strutture sono già pronte. Atletica, calcio, ginnastica, arti marziali, palestre che già funzionavano con la Giano e che possono continuare a funzionare sotto un’altra gestione”.
Altre discipline dovranno pazientare ancora. “L’Arus – afferma il referente delle associazioni – nel frattempo può continuare i lavori per la piscina, la sala scherma, il palazzetto polivalente, per cui ci vorrà più tempo”. Cuomo sottolinea: “È chiaro che noi, come associazioni del territorio, che abbiamo fatto questa battaglia dall’inizio, ci aspettiamo di essere considerate. Perché siamo state quelle maggiormente penalizzate da tutta questa vicenda”. Riaffiorano i flashback: “Ci siamo trovati fuori dall’oggi al domani, sospendendo le attività, perdendo anni e anni di serenità, facendo salti mortali per rimanere in piedi”. E quindi “immagino che, nella redistribuzione degli spazi – aggiunge Cuomo – ci sia una giusta considerazione dei diritti acquisiti”.
A non dimenticare il passato è pure Maria Muscarà, consigliera regionale del gruppo misto, al fianco delle associazioni nel braccio di ferro. “Giano era lì – sostiene – perché la Regione ha voluto e consentito per il tramite di un dirigente del demanio che firmò il malaugurato atto aggiuntivo che di fatto cancellava gli obblighi e regalava diritti. Adesso fiato sul collo della Regione e sull’assessore al demanio. Hanno sbagliato allora, nonostante li avessimo avvisati in tutti i modi”. Ora Muscarà chiede di garantire “legalità e cura del bene, non dimentichiamo che in 30 anni di concessione precedente il comune di Napoli non ha mai speso una lira per la riqualificazione”.