Denunce di presunti sprechi, inefficienze, e mancanza di trasparenza. Scontro interno alla Sma Campania, società in house della Regione con la mission della cura ambientale. A puntare il dito è l’Rsa Vincenzo Pirozzi, segretario provinciale del sindacato Confintesa. Alle sue note, nei mesi scorsi hanno risposto il direttore generale Domenico Dell’Anno e il responsabile relazioni sindacali Massimo Pezzella. Risposte ritenute insoddisfacenti da Pirozzi. A partire dall’organizzazione aziendale. “Non è stata meglio specificata l’istanza – recita una delle repliche dirigenziali -. In ogni caso si specifica all’organizzazione sindacale, che, in relazione all’organizzazione aziendale, è stata data tempestiva informativa negli ultimi incontri avvenuti con” i sindacati, “così come previsto dalla normativa”. Da Pirozzi invece arriva una secca bocciatura. “Infatti – sostiene – risultano svariati operai ed impiegati fermi-inattivi nelle basi aziendali di Cuma, G3, Comola Ricci, Caserta”. Si tratterebbe di “dipendenti cioè che non contribuiscono alle performance operative aziendali”.
Il sindacalista parla inoltre di “discriminazioni salariali”, evocando le differenze di stipendio tra dipendenti con pari qualifica. Sarebbe l’effetto di recenti incorporazioni di Sma Campania con altre società, i cui dipendenti hanno portato il personale (al 31 dicembre scorso) a quasi mille persone. Ovvero 809, più 95 allocati all’impianto di Napoli Est. “La vicenda delle discriminazioni salariali e stipendiali – affermano i vertici Sma nella loro nota protocollata -, se per tale si intende l’armonizzazione, è uno dei punti su cui l’azienda, con l’aiuto di IFEL (Istituto per la finanza e l’economica locale, ndr), sta procedendo celermente”. Sul punto era prevista una riunione, lo scorso 5 luglio. “Successivamente – viene precisato -, come già proposto dall’azienda, si avvierà una contrattazione di Il livello”. Secondo il sindacalista, “nella risposta l’azienda conferma che ci sono dipendenti, impiegati ed operai che pur svolgendo lo stesso ruolo/mansione percepiscono differenti stipendi/salari”. E inoltre le condizioni economiche favorevoli sarebbero “tutte concentrate nei dipendenti provenienti da Sma”. Non basta:per Pirozzi vi sarebbero anche “carichi di lavoro differenti”, cioè “alcuni dipendenti lavorano 6 ore al giorno altri 2”.
Dal canto suo, Sma repinge i rilievi sugli “uffici senza obiettivi aziendali”. “L’azienda – scrivono i dirigenti -, come è noto, ha regolarmente assegnato gli obiettivi per ogni ufficio al fine di consentire la verifica degli stessi attraverso il piano delle performance”. Ma c’è un altro capitolo spinoso, nella lista di doglianze stilata da Pirozzi. L’accusa di un eccessivo ricorso a consulenze. Circa gli incarichi conferiti a legali esterni, l’azienda sottolinea che “non si tratta di consulenti, ma di avvocati incaricati della costituzione in giudizio in cause dove Sma è a vario titolo chiamata a difendersi o a tutelare i propri diritti”. In aggiunta “si ricorda che la nostra azienda non è dotata, e non può esserlo, dell’Avvocatura e non può utilizzare quella regionale”. Altro dossier al centro della disputa: i fitti passivi. Sma assicura di aver da tempo “avviato una politica di razionalizzazione dei costi, tra cui i fitti”. Lo strumento sarebbe il comodato d’uso, “attraverso specifiche convenzioni con il socio o con gli Enti (Comuni etc) laddove possibile”. In corso di valutazione “l’utilizzo di beni confiscati alla camorra, attraverso il partenariato con gli enti pubblici che li hanno in gestione”. Sul punto, Pirozzi ricorda il recente trasloco della sede, all’interno del Centro Direzionale. Dall’isola E7 a quella G3. “Non abbiamo informativa – spiega il sindacalista – circa i costi precedenti e quelli attuali, inoltre le altri basi territoriali Sma Campania quanto costano?”.
Altra questione sollevata: l’utilizzo di mezzi e attrezzi. Anche qui i vertici danno rassicurazioni. In atto sarebbe una verifica, con i responsabili delle commesse. Obiettivo: “Avere un quadro completo del fabbisogno per ogni commessa, attraverso l’adozione di un inventario”. Però si avverte: “I risultati non possono essere immediati; si sta inoltre procedendo agli acquisti” delle strumentazioni. Pirozzi ribatte esemplificando: “Nella base di Cuma una dacia duster è ferma da oltre 3 anni”. E poi “abbiamo avuto segnalazione che un mezzo d’opera Same con braccio trincia tutto e benna anteriore acquistato nel 2019 (costo circa 170.000 euro), conteggiava 140 ore di lavoro oltre a svariati guasti all’impianto di adduzione gasolio e a quello oleodinamico”. In contestazione finiscono pure le rotazioni dei responsabili dei procedimenti. “Quasi tutte le commesse – dice Sma – sono già avvenute meno di un anno fa, tranne due casi”. Secondo il management “i nuovi responsabili provengono sia dai ruoli di ex Campania Ambiente e Servizi (fusa con Sma, ndr) che Sma old”. E infine, “per quanto riguarda i curriculum sono stati aggiornati meno di un anno fa, e sono pubblicati tutti i cv previsti per legge”. Dai piani alti della società ricordano: “Se c’è qualche problema specifico occorre fare un accesso agli atti con relativa informativa ai diretti interessati”. La richiesta di notizie verteva sul rispetto delle norme in materia di contratti pubblici. Esse prevedono la rotazione dei rup. Anche qui, il sindacalista reclama “dettagliata e veritiera informativa su queste nomine e sui curriculum che le consentono”. Il braccio di ferro, però, non sembra terminare qui.