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Alcuni occupanti degli appartamenti della Vela Gialla e della Vela Rossa, nel quartiere napoletano di Scampia, dovranno lasciare ‘ad horas’ le loro case. Lo ha stabilito il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che nel pomeriggio di oggi ha firmato due distinte ordinanze nelle quali sono indicati gli alloggi da liberare. Sarebbero una cinquantina gli alloggi a rischio. La decisione è stata assunta per motivi di sicurezza, “a causa dei rischi che minacciano la pubblica e privata incolumità”. Queste due Vele, come quella Celeste, interessata dal crollo delle passarelle avvenuto a luglio scorso, sono di proprietà del Comune di Napoli. La Vela celeste è già stata completamente liberata. Negli anni passati si è proceduto all’abbattimento di altre Vele e al loro posto sono stati realizzati edifici più moderni. 

La situazione del degrado delle ‘Vele’ è stata oggetto di un vertice in prefettura che si è tenuto nei giorni scorsi. E dal vertice era emersa la necessità di procedere in tempi brevi con l’avvio di un piano di progressivo sgombero. L’attenzione su questi edifici – che sorgono nel quartiere detto anche ex ‘167’, dal nome di una legge che favorì l’edilizia popolare – è tornata attuale dopo il disastro del luglio scorso, quando nella Vela Celeste è crollato uno dei percorsi di collegamento che vanno dal corridoio centrale agli appartamenti causando la morte di tre persone ed il ferimento di altre, tra cui anche dei bambini. Per gli abitanti della Vela Celeste che hanno dovuto lasciare le loro case il Comune ha previsto l’elargizione di un contribuito per l’autonoma sistemazione. Ma gli abitanti lamentano il fatto che pur avendo il bonus non riescono a trovare case in affitto perchè, in tantissimi casi, impossibilitati a fornire delle garanzie (come un contratto di lavoro) ai locatori. La zona è interessata da un piano di riqualificazione urbanistica, finanziato con i fondi del Pnnr. Delle ultime tre vele rimaste, ben due – la gialla e la rossa, interessate dall’ordinanza di sgombero parziale di oggi – dovrebbero essere abbattute per far spazio a nuovi e più confortevoli edifici di edilizia popolare. Ed è proprio la Vela Celeste, quella interessata dal crollo, che resterà in piedi e che sarà sede di servizi pubblici. Il progetto prevede anche la realizzazione di spazi destinati all’agricoltura urbana (orti e frutteti sociali), un parco pubblico, una fattoria con finalità ludiche e didattiche, un mercato di prossimità, un complesso scolastico con scuola dell’infanzia per 120 bambini e un asilo nido per 50-60, un centro civico con funzioni sociali e culturali. Per anni le Vele sono state il simbolo della Napoli di Gomorra, delle piazze di spaccio. Ma le Vele di Scampia sono poi diventate – almeno nelle intenzioni – emblema del riscatto della città, della rivincita di un quartiere e della sua gente che si è impegnata senza mai rispamarsi.