Il prefetto di Napoli Michele Di Bari è giunto a Caivano (Napoli), alla parrocchia di San Paolo Apostolo all’esterno del Parco Verde, dove sta incontrando don Maurizio Patriciello per parlare della questione degli sgomberi delle 250 abitazioni comunali di Parco Verde occupate abusivamente; il prefetto poi vedrà una delegazione di residenti di Parco Verde di Caivano che hanno avuto il sequestro degli alloggi occupati. “Parliamo con una sola voce, vogliamo essere regolarizzati” dicono i residenti.
Sono quasi tutti in strada, davanti alla parrocchia di San Paolo Apostolo, i residenti di Parco Verde a Caivano interessati dal sequestro degli alloggi comunali occupati abusivamente. Per tutti parla Luigi Sirletto, 29enne che frequenta la parrocchia di don Patriciello, e da 24 anni risiede a Parco Verde con il papà e il fratello disabile.
“È un paradosso – dice Luigi – noi paghiamo utenze e fitto da sempre, il Comune ha sempre incassato i soldi, dandoci la residenza e rispondendo con delibere di assegnazione degli alloggi alle nostre istanze. E ora improvvisamente ci dicono che dobbiamo andarcene. Le vere responsabilità sono del Comune, basta pensare che tanta documentazione comunale che riguardava Parco Verde è stata trovata nei bidoni dell’immondizia. Non puoi dire alla gente, dopo decenni che paga, che se ne deve andare. E dove?”.
Qualche giorno fa alcuni residenti hanno protestato e pare che qualcuno abbia impedito alle persone di entrare nella parrocchia di don Patriciello; si è parlato di camorristi che soffiano sul fuoco, ma “la camorra – dice Luigi – che qui ha fatto tanti guai non c’entra con le proteste, qui c’è vera paura perché nessuno vuole finire in mezzo alla strada dopo aver pagato per anni”.
Salvatore Romeo, tre figli di 11, 10 e 4 anni, risiede dal 2011 al Parco Verde, e si dice molto impaurito: “Non lavoro, purtroppo mi arrangio con lavoretti anche di 20 euro al giorno.
Dove potremmo andare, non abbiamo alternative, anche se paghiamo regolarmente il fitto”.
“Sabato hanno fatto questa manifestazione senza capo nè coda, impedendo alle persone di venire in chiesa. Hanno minacciato di non farli venire di domenica. Io li capisco, c’è tanta gente davvero impaurita al Parco Verde, insieme a questa gente c’è qualcuno che ha interesse a soffiare sul fuoco”. Lo ha detto il parroco della Chiesa di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, rispondendo alle domande dei cronisti sulle proteste di qualche giorno fa, per le quali si è parlato anche di camorristi che avrebbero manovrato i manifestanti e che avrebbero perfino impedito di andare a messa o frequentare l’oratorio.
Un’ipotesi che è rimasta tale – peraltro quasi tutti gli esponenti delle organizzazioni criminali operanti a Parco Verde sono in carcere – così come non ha avuto riscontro la circostanza di un’auto che domenica sera sarebbe passata più volte fuori dalla chiesa.
Si tratta comunque di segnali, conclude don Patriciello, “di una profonda esasperazione che arriva da lontano, da anni di abbandono totale”.
“Le proteste dei giorni scorsi non hanno motivazioni, anzi sono controproducenti perché non aiutano a trovare soluzioni. La verità è che lo Stato deve fare lo Stato, e lo sta facendo analizzando caso per caso la situazione dei nuclei familiari che occupano gli alloggi di Parco Verde.
Tutti avranno risposte, e spero siano positive”. In una Chiesa gremita di residenti di Parco Verde, il prefetto di Napoli Michele di Bari, con a fianco don Maurizio Patriciello, ribadisce che “nessuno verrà sgomberato l’8 marzo, alla scadenza dei trenta giorni dalla notifica dei decreti di sequestro degli alloggi comunali occupati”.
Tuttavia il prefetto esorta anche “a non protestare, perché altrimenti dobbiamo concentrarci sull’ordine pubblico invece che sulle soluzioni da trovare. E le soluzioni ci sono, visto che la Commissione prefettizia, con il supporto di funzionari inviati appositamente dal Viminale a Caivano, sta analizzando le tante istanze di assegnazione degli alloggi e di regolarizzazione presentate negli anni al Comune; è un lavoro complesso, che richiederà del tempo, perché bisogna anche ritrovare quel carteggio tra inquilini e Comune che negli anni si è dissolto nei vari uffici comunali, ma è certo che tutti gli occupanti abusivi avranno una risposta alle loro richieste. E ognuno la avrà in base a quella che è la propria storia personale. Va poi detto che se negli anni passati il Comune avesse lavorato per tempo tutte queste pratiche, non avremmo probabilmente avuto questa situazione”.
Di Bari spende anche delle parole per don Maurizio. “Va rispettato e sostenuto – dice il prefetto – perché da sempre si batte per riportare la legalità in questo territorio. Ed è proprio quello che vogliamo, e che testimoniamo con la nostra presenza costante qui. Per il governo Caivano è una sfida, e per questo ha messo in campo un poderoso impegno investendo parecchie risorse. Ed io sono disposto a tornare qui tra dieci giorni per aggiornarvi sull’evolversi della situazione”.
Prima dell’arrivo del prefetto era stata creata una piccola delegazione con due residenti che avrebbero voluto avere un faccia a faccia con di Bari, ma poi l’incontro privato non si è tenuto perché si è preferito che il prefetto parlasse a tutti.
Il 29enne Luigi Sirletti, uno dei due delegati, fuori dalla parrocchia di San Paolo Apostolo, quando il prefetto è ormai tornato a Napoli, spiega che “sarebbe stato meglio avere un faccia a faccia, perché avremmo voluto esporre le nostre problematiche. Siamo noi la parte che soffre e che rischia di perdere tutto, nonostante per anni abbiamo pagato tutto ciò che c’era da pagare. Sembra che nessuno voglia davvero ascoltarci”.
E in tanti al Parco Verde la pensano come Sirletti.
Da alcuni dati forniti dagli stessi residenti, sarebbero un centinaio gli occupanti con le carte in regola per ottenere una regolarizzazione, altri non trovano più i documenti inviati a suo tempo al Comune di Caivano.