Uno sfregio contro la cultura, senza giri di parole. Balordi hanno vandalizzato la pensilina degli autobus “Giacomo Leopardi”, la prima dedicata ad un poeta. La fermata è in via Santa Teresa degli Scalzi, nel quartiere Stella. È poco distante da vico del Pero, dove l’artista visse a Napoli nell’800. L’hanno inaugurata lo scorso giugno. Prima del restauro, e dell’intitolazione a Leopardi, aveva già subito assalti. E ora l’hanno presa a sassate, mandando un vetro in frantumi. “Stanotte qualche balordo ha lanciato un sampietrino nella fermata del Bus che abbiamo intitolato a Giacomo Leopardi qualche mese fa” spiega un post social di Ciro Guida, vicepresidente della III Municipalità. Guida rileva sconsolato che “succede spesso in questa città, il danneggiamento dei monumenti in città è purtroppo frequente, Anm mi ha comunicato un alto tasso di danneggiamento delle pensiline di vetro“. Insomma, parafrasando il poeta di Recanati, poteva esserci pessimismo (cosmico) pure sulla pensilina a lui dedicata. Un fondato timore di attacchi.
Secondo l’esponente municipale, infatti, “c’è gente disamorata, c’è gente senz’anima, persone vuote”. Guida però promette: “Noi la rifaremo più bella di prima, queste cose ci spronano a fare sempre meglio, ho già contattato tutti gli attori che hanno lavorato alla cosa, da domani mattina ripartiamo“. La pensilina è, a tutti gli effetti, un’opera d’arte. Sui vetri è esposto il contratto di affitto dall’appartamento di vico del Pero. La struttura è anche smart: con un QR code si possono ricevere informazioni su Leopardi. Lapidario Fabio Greco, presidente della III Municipalità: “Ma quando riusciremo ad amare del tutto la nostra città. Questi esseri non sono napoletani!“. La costernazione, però, non scoraggia.
“È dalla cura e dal rispetto del proprio che viene fuori l’orgoglio identitario – ammonisce Teresa Esposito, assessore alle politiche scolastiche della III Municipalità -. L’appartenenza non può essere solo ai colori della maglia calcistica, alla pizza, al mandolino: non sappiamo gli autori di questo e degli altri scempi, che ci riferisco essere diffusi in tutta la città, però davvero dobbiamo insistere a portare concetti di bellezza e di vivere civile“. Per Esposito è “la nostra missione, ora per le generazioni future”. Ma la sfida è molto ardua.