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Un’opera d’arte restaurata 10 giorni fa, subito vandalizzata a Napoli. Succede al Vomero, per la scultura metallica di Renato Barisani, collocata nei giardini di piazza Quattro Giornate. A denunciarlo sui social è l’artista attivista Ruben D’Agostino, postando le foto dello scempio. “Sono sconcertato da tanta stupidità” esordisce ‘l’artivista’. Le immagini mostrano tre scritte spray, da sinistra a destra, sulla facciata dell’opera intitolata “Volumi concatenati”. Una reca la parola “Acab“, noto acronimo di un’offesa alle forze dell’ordine (All cops are bastard, tutti i poliziotti sono bastardi). Al centro c’è una falce col martello. A destra la sigla Ncp, con una stella disegnata. Sembra quella usata da un collettivo studentesco, anche se non risultano rivendicazioni. D’Agostino non ne fa un problema ideologico, rivendicando anzi di essere “comunista così”. La questione è proprio di principio. “Disapprovo totalmente – spiega – questi inutili gesti di mero spirito di contraddizione”. E rivolgendosi agli imbrattatori, ricorda che “scritte e vandalismi del genere non fanno bene ad una qualsiasi causa vogliate sostenere”.

Il post di Ruben D’Agostino

Fino a una decina di giorni fa, la scultura era sommersa dai graffiti. A restituirle decoro, l’associazione 100X100 Naples. Nell’annunciare l’avvenuto restauro, la pagina Fb dell’ente no profit aggiungeva profetica: “Quanto durerà? Chissà!”. Per precauzione, 100X100 Naples spiegava di aver conservato un po’ di vernice. Il presidente Ettore Morra oggi comunica di aver sporto denuncia alla polizia. E chiede di utilizzare le telecamere di sorveglianza, per individuare i responsabili del gesto.

Il post di 100×100 Naples del 31 gennaio

Ma restano rabbia e amarezza in tanti, a partire da D’Agostino. Nemmeno il tempo di ammirare la scultura ripulita, che l’hanno già deturpata di nuovo. D’Agostino parla di “uscite infelici e permettetemi anacronistiche“, pensando ad un movente politico. “Non è più tempo – sostiene l’artista civico – per la lotta di classe e per dare addosso alle forze dell’ordine“. E siccome “questo mondo” vuole i ragazzi “ignoranti e servi del potere“, adesso la “vera rivoluzione” è studiare, per essere più “preparati culturalmente”. Cominciando col rispettare l’arte, magari.