Gli ispettori del lavoro di Napoli hanno effettuato nell’ultimo fine settimana una serrata operazione intesa alla verifica della regolarità del lavoro in edilizia e nei pubblici esercizi della provincia di Napoli. Le operazioni si inseriscono nel quadro delle attività programmate sul Piano nazionale dall’Ispettorato Nazionale del lavoro finalizzate al contrasto senza tregua alla diffusione del lavoro nero. Il lavoro del tutto sconosciuto alla pubblica amministrazione, in totale carenza previdenziale ed assicurativa, rimane una piaga che caratterizza la realtà economica del sud. Lavoratori privi di futuri diritti pensionistici, sprovvisti di ogni informazione e formazione in materia di sicurezza sul lavoro e di assicurazione in caso di infortunio, caratterizzano una consistente fetta delle maestranze presenti in edilizia e nei pubblici esercizi.
Durante l’ultimo fine settimana sono stati sottoposti ad accertamenti dall’ ispettorato territoriale del lavoro, con il supporto del Nucleo carabinieri del lavoro dell’Ispettorato e di Gazzelle del Comando territoriale dell’Arma dei Carabinieri, bar, pizzerie e cantieri edili nel territorio della provincia di Napoli, per un totale di 9 aziende tutte risultate con profili di irregolarità sotto l’aspetto lavoristico e con riguardo al rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro. Esaminata la posizione lavorativa di 36 lavoratori, dei quali ben 20 sono risultati occupati in totale carenza contributiva ed assicurativa ed in cinque casi anche con indebita percezione del reddito di cittadinanza. Per l’occupazione dei lavoratori privi di ogni copertura previdenziale ed assicurativa saranno contestate sanzioni amministrative per violazione della normativa a tutela delle condizioni di lavoro per complessivi Euro 57.600, oltre ai recuperi previdenziali ed assicurativi. Dunque, dal quadro risulta che nelle attività economiche ispezionate oltre un lavoratore su due risulta completamente al nero. “Ovviamente – dichiara il direttore dell’ispettorato del lavoro di Napoli, Antonio Zoina– “la presenza di così tante aziende che occupano buona parte del personale senza oneri contributivi, assicurativi e di sicurezza, altera in maniera irreparabile ogni regola di corretta concorrenza sul mercato. Una azienda che sopporta lealmente tutti i gravosi oneri legati al costo del lavoro, anche in materia di sicurezza, non potrà offrire all’utenza servizi a costi appetibili, peraltro in una area del paese a basso reddito medio pro capite. Per l’effetto, sarà sempre più difficile nel settore anche sviluppare posti di lavoro strutturati, stabili ed assistiti da tutti i diritti e tutele di legge”.
Nel corso degli accertamenti sono state riscontrate numerose violazioni anche alla normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro che hanno portato all’adozione di n. 21 provvedimenti di prescrizione a porre tempestivamente in essere tutte le misure occorrenti a ripristinare le condizioni di sicurezza del lavoro nelle unità produttive. Tra le violazioni riscontrate, anche particolarmente gravi, si segnalano l’assenza di nomina del Servizio di prevenzione, nonché l’assenza delle visite mediche e della necessaria informazione e formazione per numerosi lavoratori. Per tali violazioni saranno comminate ulteriori sanzioni per complessivi 33 mila euro. Infine, per ben otto aziende delle nove ispezionate è scattata anche la sospensione dell’attività imprenditoriale, adottata dagli ispettori del lavoro per aver occupato nell’unità produttiva una percentuale di lavoratori irregolare pari o superiore al 10% delle maestranze trovate intente al lavoro e/o per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. A tale titolo sono state irrogate sanzioni per ulteriori 21 mila euro.