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“Mia moglie ed io abitiamo al settimo piano e il letto ‘navigava’ per la stanza, non riuscivamo a scendere. Abbiamo avuto tanta paura, tanta”. Amedeo, settantenne di Bagnoli, quartiere di Napoli, parte dal risveglio traumatico nel raccontare la notte “da incubo” che si è appena lasciato alle spalle. Perchè, spiega, “chi come me vive a Bagnoli da decenni non si abitua alle scosse, la paura c’è sempre. E poi ricordo il bradisismo degli anni ’80, ma le scosse non erano così violente”.
Amedeo e la moglie non sono fuggiti, rimasti a casa: “è pericoloso fare le scale dal settimo piano, meglio affidarsi alla fortuna e alla resistenza dei pilastri”, spiega l’uomo, che tocca un altro tasto dolente, condiviso da molti cittadini: “Sul sisma le istituzioni sono assenti. A Pozzuoli e a Bacoli i sindaci si stanno impegnando, hanno già aree attrezzate coperte per dormire, agiscono. Qui a Bagnoli non c’è nulla, abbiamo la grande area dell’ex Italsider e quella dell’ex Nato libere, noi cittadini chiediamo da tempo di attrezzarle, ma non fanno nulla. Il bradisismo continua, anche Napoli deve attrezzare aree per passare le notti”.
    Amedeo cammina con l’amico Salvatore che ricorda come “dagli anni ’80 a oggi la differenza è enorme. Le scosse di allora non sono mai state così forti come quelle che stiamo vivendo oggi. Il terreno sta salendo in modo terribile, e questo alzarsi veloce ci dice che la sacca di magma sta salendo. Quello che ci fa rabbia è che dal primo bradisismo a oggi, in 50 anni, non è stata creata una soluzione per Bagnoli, le vie di fuga restano a zero, le aree attrezzate a zero. All’epoca si posero sul tavolo i problemi ma i politici di allora non hanno mai saputo affrontare e risolvere seriamente i problemi sulle strade, e così la gente a Bagnoli resta imbottigliata. Ci sentiamo lasciati soli dalle istituzioni. Aspettiamo che a Napoli si risveglino”.