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Scene di panico in strada, nella notte tra domenica e lunedì, nei quartieri flegrei di Napoli. La seconda forte scossa in poche ore ha seminato sgomento nella popolazione. E oggi c’è chi denuncia “mancanza di supporto” ai cittadini, molti dei quali svegliati di soprassalto. E punta il dito contro la “comunicazione istituzionale”, giudicata “largamente insufficiente”. Sono i consiglieri del gruppo Attiviamoci della municipalità Bagnoli Fuorigrotta. Rosa Esposito, Domenico Quattromani e Diego Civitillo hanno inviato una pec al prefetto Michele Di Bari, al sindaco Gaetano Manfredi e al presidente municipale Carmine Sangiovanni. Ad allarmarli, quanto visto nelle ore concitate dello sciame sismico. I tanti abitanti decisi a non rientrare nelle abitazioni. Le vie trasformate in un bivacco improvvisato. Il timore serpeggiante di nuovi eventi sismici. Le file di auto in viale della Liberazione, a Bagnoli, zona dell’ex base Nato. Le persone rimaste all’addiaccio fino al mattino, a dormire in macchina. Insomma: la sensazione di una cittadinanza lasciata allo sbando.

I tre consiglieri esprimono “profonda preoccupazione per la gestione del fenomeno e per le evidenti carenze riscontrate”. Impietosa la ricostruzione di quei momenti. Sotto accusa finisce la risposta all’emergenza, per la quale dovrebbe esistere una macchina dei soccorsi. “Molti cittadini, recatisi nelle aree di raccolta identificate – afferma la lettera -, si sono trovati senza adeguata assistenza, evidenziando una lacuna nelle misure di protezione civile e nell’organizzazione di strutture di accoglienza temporanea”. Un altro capitolo riguarda le comunicazioni su “misure adottate e da adottare per garantire la sicurezza pubblica”. Anche qui piovono critiche. “L’assenza di informazioni chiare e tempestive – scrive il gruppo Attiviamoci – ha generato confusione e incertezza tra la popolazione, compromettendo la fiducia nelle autorità locali“. Una riflessione concerne l’attuazione delle disposizioni previste dal Decreto Legge 140/23. La legge si intitola “Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei”. “Restano in gran parte inattuate” dicono Esposito, Quattromani e Civitillo. Si fa l’esempio del monitoraggio sue strutture edilizie private, nella cosiddetta zona del “cratere”. L’indagine “pur realizzata di concerto con avanzate strutture di ricerca – sostengono i consiglieri – non ha prodotto dati pubblici, né tali informazioni sono state comunicate formalmente ai proprietari degli immobili interessati“.

A detta di Attiviamoci, anche “noi rappresentanti istituzionali” non “siamo a conoscenza delle aree a più alto rischio”. Si lamenta un vuoto informativo su epicentri del sisma e relative accelerazioni al suolo, e circa le valutazioni eseguite sulla “qualità” degli edifici privati. La mancanza di notizie, dunque, impedirebbe “una pianificazione efficace e tempestiva delle misure di prevenzione e protezione”. Lo stesso varrebbe per le neecessarie azioni “pubbliche e/o private sulle strutture” più esposte. A sindaco e prefetto si chiede perciò “un immediato intervento”. Indispensabile è ritenuto un “adeguato piano di protezione civile comunale”, da mettere in campo “durante gli eventi bradisismici“. In quei frangenti va garantito supporto immediato a chi sceglie di “lasciare temporaneamente la propria abitazione”. Serve assistenza in termini di generi di prima necessità, e attivare presidi sanitari per disabili e soggetti fragili, nonché un’assistenza psicologica. Ma occorre pure “migliorare la comunicazione istituzionale”. Ad oggi, le amministrazioni locali sarebbero “completamente assenti da questo punto di vista”. Con altrettanta urgenza andrebbero attuate “le disposizioni normative per quanto di competenza”. Prioritari sono considerati il monitoraggio delle strutture edilizie e la divulgazione dei dati raccolti ai proprietari e alla cittadinanza. Lo scopo è programmare la riqualificazione per gli edifici in pericolo. Idem identificare le aree a rischio, da comunicare alla popolazione, “al fine di predisporre piani di evacuazione, autoevacuazione ed intervento efficaci”. L’ultimo sciame sismico sta lasciando il segno.