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Da Palazzo Chigi già lanciano il “modello Scampia”, ma da Napoli replicano a muso duro: “È propaganda”. In periferia nord non è piaciuto il post della premier Meloni. Sui social, ieri il capo del governo esprimeva “grande soddisfazione per il completamento dello sgombero delle Vele di Scampia”. Lo indicava come “operazione decisiva per avviare il progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana di un territorio complesso ma che può cambiare volto“. Obiettivo da perseguire “con determinazione, costanza e impegno“. Meloni ricordava che “Scampia-Secondigliano è anche una delle sette aree di recente individuate dal Governo dove poter replicare il modello già sperimentato con successo a Caivano”. Evocava ancora “lo Stato”, al fianco di “cittadini onesti e di chi ha bisogno”, promettendo guerra “al degrado, all’illegalità”. E non mancava di ringraziare le istituzioni coinvolte, a partire dal ministro Piantedosi.

Parole indigeste al Comitato Vele, perché viste come un modo di attribuirsi “meriti di cose che nemmeno conosce”. “Se le conoscesse almeno un minimo – ragionano a Scampia – saprebbe infatti che se il processo di abbattimento delle Vele e di costruzione delle case nuove procede così rapidamente, nonostante la tragedia di questa estate, è grazie alla capacità della gente delle Vele, del comitato, delle assemblee popolari di imporre le proprie urgenze alle amministrazioni”.

Al comitato fa eco il consigliere comunale Rosario Andreozzi di Napoli Solidale: “Meloni esci dal palazzo, a Scampia il modello c’è e ha fatto scuola”. Su certe cose non transigono, in questa periferia napoletana. Da decenni sono abituati a lottare. Contro i pregiudizi, ma anche per chiedere il rispetto di diritti. Quella per abbattere le Vele è la madre di tutte le battaglie. L’approdo finale di una lunga mobilitazione. “Il modello Vele è l’opposto del modello Caivano” rivendicano gli attivisti. Contrappongono processi dal basso a quelli dall’alto. Sono contrariati pure dal nome di Piantedosi, per via del ddl sicurezza. Una legge che, a parer loro, mette a rischio le proteste di piazza (“rischiano di divenire reati gravissimi”). “Scampia da anni ha alzato la testa da sola” rivendica Andreozzi. Un avviso al governo, per eventuali prossime passerelle.