Viene a difendere l’autonomia differenziata a Napoli, roccaforte dei contrari alla riforma, e dove lui per anni ha subito contestazioni. Matteo Salvini parla mezz’ora in piedi, nel salone gremito del Tennis Club sul Lungomare. Stavolta niente accoglienza ostile, nessuna protesta dei centri sociali. A dargli il benvenuto è l’ex eurodeputato Enzo Rivellini, con le magliette della sua associazione Napoli Capitale. Una per Salvini, l’altra per il senatore leghista Claudio Durigon. Sul palco, unico contraddittore, l’assessore comunale Pier Paolo Baretta, l’uomo dei conti nella giunta Manfredi. “Autonomia – proclama il leader leghista – significa mettere in condizioni tutte le regioni italiane, soprattutto al sud, di gestire a livello locale tutto quello che lo Stato oggi magari gestisce male”. E pensa “ai beni culturali, alle politiche energetiche”.
Salvini veste i panni del promoter, in una sorta di comizio a ruota libera. Svaria dalla striscia di Gaza alla legge finanziaria, passando per il Ponte sullo Stretto (“avvio del cantiere nel 2024”). Ma prima di tutto, è la sua riforma a premere. “Nessuno deve aver paura dell’autonomia perché – sostiene – se il paese è diviso è colpa del centralismo che per 50 anni non ha funzionato”.
Ne approfitta pure per tirare stoccate alla Regione. Da Palazzo Santa Lucia, ogni giorno, De Luca spara a palle incatenate contro l’autonomia differenziata. E lui risponde, colpendo basso. “Anche per voi in Campania, lo dico da ministro dei Trasporti – premette – qualche servizio più efficiente ci dovrebbe essere. Non entro nel merito dell’Ente autonomo Volturno, perché l’autonomia non è la bacchetta magica e bisogna anche saperla gestire, ma se migliaia di pendolari si lamentano del sistema del trasporto pubblico in Campania il problema non è Salvini, non è l’autonomia ma è la gestione del servizio”. Poi annuncia “diversi nuovi ingressi” nel Carroccio a Napoli. A partire dal consiglio comunale, nel quale finora la Lega non c’è stata. Ma adesso, Salvini anticipa, “saremo la prima forza politica di centrodestra”. Saranno contenti gli alleati di FdI e Fi.