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NAPOLI – Se qualcuno si chiedesse in fondo in fondo contro chi corre il Terzo Polo, la prima risposta facile facile che arriva da Ettore Rosato è questa: “Noi non cerchiamo nemici contro cui batterci, vogliamo batterci per risolvere i problemi degli italiani”.
 
Tuttavia, il dente avvelenato Rosato lo scopre più contro il centrosinistra che contro quel centrodestra verso cui pure il Terzo Polo si diceva che fosse nato per drenare voti. Quando gli scappa, ad esempio, che “noi ci chiamiamo Terzo Polo ma arriveremo secondi”.
 
Rosato, si augura il Terzo Polo secondo dietro chi? “Dietro al primo!”, fa, poi, a mò di battuta, il padre del Rosatellum. Salvo, comunque, attaccare con un ragionamento che finisce così: “Il Pd si è già rassegnato a fare opposizione”.
 
E quindi: in un comitato elettorale piccolo e sopraffollato, a due passi dalla sede di Scienze Politiche della Federico II, Rosato, a Napoli, parla accanto alla ministra del Sud Mara Carfagna.
 
Il primo rappresenta Italia Viva, la seconda Azione. Il primo vorrebbe abolire il Reddito di Cittadinanza. La seconda solo riformarlo. Una differenza non da poco che nella capitale del sussidio non viene chiarita.
 
Ma tant’è: anche se arriva secondo, il Terzo Polo non avrà responsabilità di governo. E i sondaggi che circolano danno Azione e Italia Viva, qui a Napoli, 2 punti sotto la media nazionale rilevata da Euromedia al 7,4%.
 
Nella lista delle cose da proteggere e rivendicare con le unghie e con i denti che elenca Mara Carfagna, quindi, non c’è posto per il Reddito di Cittadinanza.
 
La ministra precisa che “nemmeno un euro stanziato dal governo Draghi a favore del Sud verrà tolto perché è stato messo senza seguire una logica assistenzialistica”. E tanto basta a capire che, a queste latitudini, si difenderanno il Patto per Napoli, i 100 milioni stanziati per l’Albergo dei Poveri, la Zona Economica Speciale Campania, lo sblocco della riqualificazione di Bagnoli.
 
Ma basterà per risultare davvero “la sorpresa” delle elezioni 2022?
 
Alla domanda se si sente sicura di vincere il collegio uninominale di Fuorigrotta-Bagnoli dove quest’anno si confrontano vari big, la Carfagna sostanzialmente non risponde.
 
E Rosato, quando gli si ricorda che da quel 7% alle regionali di due anni fa conquistato da Italia Viva militando nella coalizione di Vincenzo De Luca qualcosa è cambiato, fa sostanzialmente spallucce: “Noi non ci siamo mossi. Sono gli altri, è il Pd che ha preso altre strade alleandosi con gli avversari di Draghi e demolendo la sua agenda programmatica…”
 
Giusto, insomma, per spiegare la corsa su chi è impostata: “Comunque – conclude Rosato per chi fosse rimasto col dubbio – io sono convinto anche che Mara, nel suo collegio, ce la possa fare, eh!”.