Tempo di lettura: 2 minuti

Riqualificazione del reato di incendio doloso in danneggiamento seguito da incendio e condanna ridotta a 2 anni e 6 mesi di reclusione: così la Corte di Appello di Napoli si è espressa al termine del processo sull’incendio della Venere degli Stracci che vede imputato il 33enne Simone Isaia, difeso dall’avvocato Giovanni Belcastro, condannato in primo grado a 4 anni di carcere e a una multa da 4mila euro. L’opera di Michelangelo Pistoletto andò distrutta all’alba del 12 luglio 2023 in piazza Municipio, a Napoli, e a incastrare il senza fissa dimora Isaia furono le indagini della squadra mobile coordinata dai magistrati del gruppo beni culturali. Il giudice si è invece riservato la decisione sugli arresti domiciliari per Isaia in una struttura gestita da don Franco Esposito, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale Carceraria, che da cinque anni ha aperto una casa di accoglienza per detenuti ai domiciliari. L’arcivescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, aveva rivolto una lettera al giudice di appello per ricordare le condizioni di Simone Isaia, “anzitutto una persona in difficoltà, fortemente fragile, vissuto per diverso tempo in condizioni di marginalità sociale”. 

Sull’argomento è intervenuto il Garante Campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello:

Sono molto contento per la Sentenza di Appello in favore di Simone Isaia, i giudici hanno ben valutato i fatti, sono stati accolti i motivi di appello presentati dall’avvocato Giovanni Belcastro. Tra l’altro le argomentazioni erano già state presentate durante il processo di primo grado dall’avvocato Carla Maruzzelli”.

Il Garante continua: “Ho visto che i giudici hanno ridimensionato l’effettiva pericolosità del fatto e l’ipotesi di reato da incendio doloso a semplice danneggiamento. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che a titolo personale associativo e di opinione pubblica hanno manifestato la loro vicinanza, la loro solidarietà a Simone Isaia, e in particolare Don Franco Esposito della pastorale carceraria della diocesi di Napoli che ha dichiarato la disponibilità ad accoglierlo agli arresti domiciliari. In merito a tale provvedimento i giudici si sono riservati di decidere”.