L’abbassamento dell’età dei ragazzi coinvolti in risse ed in fatti di violenza “preoccupa molto, preoccupa le istituzioni e noi stiamo promuovendo una serie di iniziative. Ma la prima iniziativa culturale spetta alla famiglia, alla scuola ma ognuno di noi è chiamato, per la propria responsabilità a promuovere ulteriori iniziative”. Lo ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, rispondendo alla domanda di una giornalista, a margine della inaugurazione della Casa della Cultura a Pianura, su quanto accaduto la scorsa notte nel quartiere napoletano di Chiaia.
“I 13enni che fanno tali gesti – ha detto – significa che manca in loro un senso di appartenenza alla comunità, manca un’identità che li faccia protagonisti della loro età e nel mondo in cui viviamo. Questi ragazzi vanno accompagnati, senza demonizzarli. La rissa è da condannare senza se e senza ma. Devo dire però che bisogna aiutarli a crescere”.
“I 13enni che fanno tali gesti – ha detto – significa che manca in loro un senso di appartenenza alla comunità, manca un’identità che li faccia protagonisti della loro età e nel mondo in cui viviamo. Questi ragazzi vanno accompagnati, senza demonizzarli. La rissa è da condannare senza se e senza ma. Devo dire però che bisogna aiutarli a crescere”.
“C’è purtroppo un abbassamento dell’età che preoccupa molto le istituzioni. Stiamo promuovendo una serie di iniziative, ma è indubbio che c’è bisogno di un’azione culturale che parta dalle famiglie e dalla scuola e ognuno di noi è chiamato, per la propria responsabilità, a promuovere ulteriori azioni perchè se accade tutto ciò significa che dobbiamo davvero essere protagonisti di una nuova testimonianza istituzionale”. Così si è espresso il prefetto di Napoli, Michele di Bari, in merito alla rissa di ieri notte nel quartiere di Chiaia che ha visto protagonisti ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni. Secondo il prefetto, “se dei tredicenni fanno tali gesti significa che in loro manca ancora il senso di appartenenza alla comunità, manca un’idea di anima della comunità, un’identità che li faccia sentire protagonisti della loro età nel mondo in cui viviamo. Credo che questi giovanissimi vadano accompagnati: la rissa è da condannare senza se e senza ma, ma non bisogna mai demonizzare, è necessario aiutarli a crescere e qui c’è la consapevolezza che in tanti devono sentirsi responsabili del progresso culturale e di promozione umana di queste persone”.
“Questa giornata che è dedicata alla memoria di Francesco Pio, mi auguro possa essere anche da monito e rappresentare un modello di educazione affinché quello che è successo non si ripeta, ma bisogna cambiare il modo di pensare, di fare testimonianza perchè i ragazzi sono i protagonisti di oggi e di domani. Dobbiamo sentirci tutti uniti in questa grande sfida che ci attende ogni giorno”. Lo ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari, intervenuto alla cerimonia di intitolazione del Centro giovanile di Pianura a Francesco Pio Maimone, ucciso lo scorso anno, vittima innocente mentre trascorreva una serata con gli amici a Mergellina. “Siamo qui dire ai suoi genitori, che vivono questa sofferenza immane, che le istituzioni sono presenti – ha aggiunto – credo che questo sia il miglior viatico per fare memoria di quest’anima nobile, che purtroppo ci è stata tolta, e monito che quello è stato un atto davvero esecrabile da condannare per sempre”. Il prefetto ha anche sottolineato che “la testimonianza delle istituzioni qui deve essere continua e deve fare ogni sforzo possibile perchè il quartiere possa respirare una grande forza di riscatto rispetto al degrado. Siamo tutti impegnati: la Prefettura, le forze dell’ordine, la Municipalità, il Comune perché serve coralità e dobbiamo andare avanti con grande slancio e forza”.
“C’è una grande emergenza educativa, una grande sfida che riguarda questa generazione di giovani che spesso trova nella violenza un modo per poter trascorrere il tempo e questo è un fatto molto grave”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, commentando la rissa che è accaduta la notte scorsa nel quartiere ‘bene’ di Chiaia e che ha visto protagonisti giovani di età compresa fra i 13 e i 16 anni. “Esiste un’emergenza giovanile – ha aggiunto – c’è tanta violenza inutile, ci sono tante risse e scontri che purtroppo non possono essere risolti solo con la repressione. Noi abbiamo il controllo con le telecamere che ha consentito subito di identificare i protagonisti della rissa”. Manfredi, nel ricordare il suo impegno come educatore svolto in diversi ruoli che ha precedentemente ricoperto, ha affermato: “Credo che dopo il covid ci sia stata una deriva che ha portato spesso nella noia e nella mancanza di punti di riferimento certi, dal punto di vista educativo, i nostri giovani e questo attraversa tutti i ceti sociali, non è solo un problema di marginalità. Il post covid ha portato al centro della vita dei ragazzi la violenza e questo è un fatto molto grave e i tanti casi, anche tragici che si sono verificati, sono state tutte morti legata a liti banali e questo ci deve far trovare molto impegnati”.
Aprire un istituto superiore nel quartiere della periferia occidentale di Pianura. A riferire il progetto è stato oggi il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a margine dell’intitolazione del Centro giovanile del quartiere a Francesco Pio Maimone, vittima innocente, ucciso lo scorso anno a Mergellina. “Pianura è l’unico quartiere della città in cui non c’è una scuola superiore – ha detto il sindaco – come Città metropolitana stiamo lavorando per acquisire il polifunzionale dalla Asl e realizzare così un istituto superiore. Questo è un segnale, oltre che concreto, anche simbolico: noi vogliamo investire in questa zona della città e soprattutto sui suoi giovani e infatti Pianura è il quartiere in cui abbiamo fatto il maggior numero di investimenti sulle scuola con i fondi del Pnrr”. Il primo cittadino ha sottolineato che Pianura “è un quartiere complesso, non per i suoi abitanti che anzi costituiscono una comunità molto viva e molto sana, perché è nato senza regole, senza pianificazione, con tanto abusivismo. Noi stiamo lavorando per garantire la vivibilità e la sicurezza, anche idrogeologica attraverso la realizzazione delle infrastrutture basilari e per sbloccare tutte le opere incompiute di cui purtroppo Napoli è piena”.