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Il caso Napoli Obiettivo Valore sbarca in commissione comunale Bilancio, con l’audizione dell’assessore Pier Paolo Baretta. Ma sulla società di riscossione non cala la tensione. A sollevare un’ulteriore questione ci pensa il consigliere Gennaro Esposito di Azione. Nel mirino l’aggio accordato alla concessionaria: troppo alto, a detta di Esposito. Il tutto mentre permane la suspense, sul destino di Nov, partita l’anno scorso. In autunno la Cassazione ne stabilirà la legittimità. In bilico c’è l’intera operazione della società di scopo, creata per affiancare il Comune di Napoli nella gestione delle entrate tributarie. “Valuto questa leggerezza in modo molto negativo, da avvocato avrei scelto la soluzione meno complicata” afferma Esposito. Già in aula, settimane fa, il consigliere aveva contestato la vicenda. Ora però avanza altri dubbi. “Non mi convince la percentuale di aggio – dice -, da legale di società di riscossione, sia pur in altri tempi, ricordo si parlava di decimali: 0.4-0.6%”. Invece qui viaggiamo su ben altre cifre, divise in scaglioni dal contratto.

Prendiamo gli incassi da attività di accertamento, per tutte le fattispecie di Imu e Tasi, e per la Tari. Limitatamente ad omessa/infedele dichiarazione. Fino a 3 milioni di introito annuale, a Nov è riconosciuto un compenso pari al 3% della somma. Fino a 9 milioni, c’è il 19%. Fino a 12 milioni è del 22%, e superata tale soglia è del 25%. Per farsi un’idea dei numeri effettivi, basta citare lo stesso Baretta. Nella relazione alla commissione Bilancio, riporta la sintesi dei dati di progetto al 30 giugno di quest’anno. Si segnala un incasso totale – tra effettivamente riscosso e rateizzato – di 61 milioni di euro. Per gli incassi derivanti da accertamento Tari da omesso, parziale e tardivo pagamento, l’aggio è determinato in base alla percentuale di incasso raggiunta nell’anno, rispetto al valore complessivo del carico emesso. Gli scaglioni: fino all’8% di incasso atti anno, il compenso è del 10%; fino al 10% è del 13%; fino al 12% è del 17%; fino al 14% arriva al 21%; oltre il 14%, approda al 24%. Incassi provenienti da attività di riscossione coattiva tributaria: fino al 7% di incasso atti anno, è del 5%; fino al 10% si sale al 6%; fino al 13% si approda al 7%; fino al 16% è dell’8%; oltre si giunge al 9%. Incassi da attività di riscossione coattiva extra tributaria: fino al 5%, aggio del 5%; fino all’8% c’è il 6%; fino all’11% è del 7%; fino al 14% balza all’8%; oltre è del 9%.

Tuttavia Esposito non ne fa solo un problema di merito, ma anche di metodo. “Il mio riferimento è l’Ader, che è gratuita” ricorda. Va rammentato infatti che gli enti locali possono affidare il servizio all’Agenzia delle entrate-Riscossione, ente pubblico economico, già responsabile a livello nazionale. Per farlo occorre una delibera. Sui rilievi del consigliere dissente Baretta, contattato da Anteprima24. “Non riesco a cogliere il problema, è normale che ci sia un aggio” dichiara l’assessore. Cioè “abbiamo chiesto auna società specializzata di fare un servizio per il Comune, è normale che il lavoro venga retribuito”.

Baretta trova inoltre equo il compenso pattuito. “Questa percentuale di aggio – sostiene – è basata sul fatto che la società ha investito una parte importante di risorse per mettere in campo questa attività: tutta la parte informatica, la parte dei servizi, che non abbiamo in carico noi, la parte del censimento che stanno facendo”. Insomma “c’è una parte di spesa che si è accollata la società, ha fatto investimenti per qualche milione”. In più “per noi è vitale che ci sia questo rientro di risorse sulla riscossione”. Il richiamo è al Patto per Napoli, stipulato con Palazzo Chigi, per l’erogazione di fondi al Comune in predissesto. Ma Baretta ostenta tranquillità anche sul verdetto della Cassazione. “Gli argomenti a sostegno della legittimità sono molto robusti” fa sapere. “Certamente – aggiunge – c’è un conflitto tra norme, quindi è opportuno che la Cassazione si pronunci, perché non possiamo stare in uno stato di incertezza”. Nella sua relazione, l’assessore illustra la linea difensiva. Sulla Nov pende la mancata iscrizione nell’albo del Ministero delle finanze, riservato alle società di riscossione. Ma per Baretta l’azienda di scopo “‘vive’ dei requisiti dell’aggiudicataria”. Ossia Municipia spa, vincitrice dell’appalto comunale, iscritta all’albo, e titolare del 100% di Napoli Obiettivo Valore. Per il cruciale responso, c’è da attendere un paio di mesi.