Il rebus Napoli Obiettivo Valore: in autunno la Suprema Corte ne stabilirà la sorte. Il primo presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, ritiene infatti rilevante la questione sulla legittimità della società di scopo, creata per affiancare il Comune di Napoli nella gestione delle entrate tributarie. E ha rimesso ogni decisione agli ermellini della Sezione Tributaria. Esulta, dunque, chi esprime dubbi sull’operazione di Palazzo San Giacomo. Alla Napoli Obiettivo Valore il Comune ha affidato in concessione tutte le attività di riscossione coattiva delle entrate comunali, tributarie ed extra-tributarie. Comprese quelle relative alle sanzioni al Codice della Strada.
Tutto parte il 5 giugno 2023. Quel giorno è stato sottoscritto il contratto tra l’amministrazione cittadina e la società di scopo, costituita da Municipia Spa, aggiudicataria della gara per la concessione. Ma a seguito dell’impugnazione di un avviso di accertamento per mancato pagamento Imu, lo scorso maggio la Corte di giustizia tributaria di Napoli ha sollevato una questione pregiudiziale. E ha posto un quesito alla Cassazione. Ovvero, se sia validamente ed efficacemente costituita una società di progetto, con oggetto l’accertamento e la riscossione fiscale, non iscritta (perché impossibilitata a farlo) nell’albo del Ministero delle finanze. I giudici tributari hanno disposto la sospensione dei ricorsi sulle ingiunzioni di pagamento.
Napoli Obiettivo Valore sostiene di operare in piena legittimità, e quindi gli atti emessi sarebbero validi ed efficaci. Secondo la tesi della srl, risulterebbero rispettati i parametri fissati dal Codice degli Appalti. Tra questi, l’iscrizione di Municipia spa all’albo dei soggetti abilitati. Viceversa per gli avvocati napoletani Fabrizio De Luca e Federica Marino, legali dei ricorrenti, sarebbero illegittimi milioni di ingiunzioni di pagamento e di atti di esecuzione notificati ai cittadini. Per l’avvocato Angelo Pisani di Noiconsumatori.it, il Comune “oltre a non incassare nulla dovrà anche pagare i danni e le spese legali”. E preannuncia: “Denunceremo anche alla Corte dei conti per ogni valutazione di competenza su quanto ancora si impone ai contribuenti”. Ora la parola passa alla Suprema Corte, di cui si attende il responso tra settembre e ottobre. Dovrà sbrogliare la matassa di Napoli Obiettivo Valore. “Sussiste il requisito della grave difficoltà interpretativa – motiva la decisione Cassano – sia per la complessità intrinseca della questione nel panorama normativo di riferimento sia per le potenzialità applicative che la stessa presenta, trattandosi di accertamento e riscossione di tributi di larghissima diffusione”. In tanti sono col fiato sospeso, a cominciare dal Comune di Napoli.