Tempo di lettura: 3 minuti

Presto la Regione Campania potrebbe valorizzare e finanziare le majorettes. La proposta di legge è all’esame della competente commissione del consiglio regionale: ovviamente quella Cultura. A firmarla è Corrado Matera del gruppo misto. Il testo si intitola “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio bandistico della Regione Campania e dei Corpi delle Majorettes”. Si punta a riconoscere la musica quale strumento di formazione culturale, di aggregazione sociale e inclusione. Per tale scopo, la Regione dovrebbe promuovere attività di studio e gemellaggio con altri gruppi bandistici nazionali e internazionali, progetti di ricerca con scuole e atenei.

Per favorire “la conoscenza e la diffusione della cultura e della pratica musicale di tipo bandistico“, dovrebbe servirsi anche di “progetti di orientamento musicale e di formazione per gruppi majorettes da parata”. E poi, tra le altre cose, incentivare la formazione dei musicisti, organizzare rassegne e finalizzate allo scambio di esperienze con altre regioni. Insomma una tutela non solo per le bande musicali, ma pure per le ragazze che le precedono, danzando tra lustrini e pon pon. Ma non è tutto. Presso l’Assessorato regionale alla Cultura, si istituirebbe l’Albo delle bande musicali, comprendente la sezione dedicata ai corpi delle majorettes. Per iscriversi, occorrerebbe una serie di requisiti. Ad esempio, dovrebbero essere composti da minimo 10 fanciulle. In favore delle bande iscritte, la Regione concederebbe contributi annuali. Fondi destinati all’acquisto di strumenti e partiture, ma anche alla gestione di scuole musicali e corsi di formazione. Il testo prevede erogazioni anche per l’organizzazione di manifestazioni. Gli oneri sono quantificati in 300.000 euro all’anno, dal 2023 al 2025. Sarebbero a valere sul programma “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale”.

E in commissione Istruzione è giunto anche un totem della gastronomia locale. C’è la proposta di istituire la Giornata del Ragù napoletano, da tenersi nella seconda domenica di novembre di ogni anno. L’ideatore è Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva. L’obiettivo è il patrocinio di consiglio e Giunta regionale alle iniziative di enti ed associazioni, volte alla “diffusione della tradizione culturale, delle eccellenze enogastronomiche locali con particolare riguardo al ragù napoletano”. Un patrocinio morale, perché sarebbe senza oneri a carico del bilancio regionale. “La Giornata, con le iniziative che al suo ricorrere si svolgeranno – spiega l’articolato -, si prefigge di tutelare una delle più popolari tradizioni partenopee e campane, testimonianza di un modello culturale il cui cardine è la famiglia”. Secondo la proposta di legge, il celebre condimento a base di carne è “espressione di una tradizione con radici storiche e culturali, simbolo della nostra identità territoriale”. La ricetta, come noto, si tramanda da centinaia di anni. Ma la norma non vorrebbe correre rischi. E intenderebbe “lasciare una testimonianza per le future generazioni”. Si dovessero i posteri scordare il ragù, magari mentre pippea sul fuoco?