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La decisione che ha preso il governo in relazione al Reddito di cittadinanza è sbagliata e poco rispettosa. Questo è un manicomio, non una politica del lavoro”.
A dirlo non è un grillino o un dem tendenza Schlein, ma il governatore Vincenzo De Luca. Proprio lui, che ancora un anno fa definiva il Rdc “una truffa mediatica e politica“. Sempre lui, a lungo in guerra coi navigator campani. Per non dire di quando, nel 2018, vaticinava: “Ho la netta sensazione che alla fine tutta questa demagogia sul reddito di cittadinanza si ridurrà in un’erogazione di soldi a un po’ di gente per le prossime elezioni europee”.
Invece no, sul reddito oggi De Luca attacca il governo. Una giravolta bella e buona, si direbbe. Ma tutti, ovviamente, possono cambiare idea. All’indomani degli scontri di Napoli, al corteo degli ex percettori, il governatore è chiaro: “La decisione che ha preso il Governo in relazione al reddito è francamente sbagliata e poco rispettosa”. De Luca, anzitutto, critica il timing della cancellazione.
Mandano un telegramma – afferma – a migliaia di persone comunicando che da agosto non avranno più il reddito, e dicono però contemporaneamente che fra quelli che perdono il reddito di cittadinanza ci sono persone fragili, famiglie con tossicodipendenti, con disabili, che si devono rivolgere ai servizi sociali del Comune. Poi abbiamo gli abili al lavoro che possono iscriversi alla piattaforma che ancora non c’è, perché deve entrare in funzione il primo settembre all’Inps, con la quale si partecipa ai programmi di formazione ma solo dopo essersi fatti legittimare da tre agenzie di avviamento al lavoro private. Questo è un manicomio, non è una politica per il lavoro”.
E come non bastasse, “quando pure si iscrivessero tutti ai centri per l’impiego e per la formazione professionale resta il problema del lavoro che manca”.
Sembra di sentire un pentastellato, ma è il presidente della Regione. “Allora  – insorge il nuovo De Luca – bisogna decidere qual è il livello di povertà a cui fare fronte con un aiuto dello stato trasparente e pubblico”. Secondo il governatore, il modello “che funziona meglio” è il reddito di inclusione, vecchia trovata del Pd renziano.
Dava un reddito alle famiglie  – rievoca De Luca – sulla base di una verifica fatta dai servizi sociali del Comune, perché questo consentiva di evitare anomalie che pure ci sono state nel reddito di cittadinanza. Ricordo i tempi del governo Gentiloni, quando occorrevano tre miliardi in più per garantire il reddito di inclusione, probabilmente conviene ragionare in quei termini anche oggi”.
Tuttavia, ora come ora, “non c’è dubbio che è indispensabile una misura di aiuto alla povera gente vera”.
E allora De Luca sdogana perfino il Rdc. Una svolta di 180°, i cui segnali si annunciavano a marzo scorso.  
Chi ha bisogno  – avvertiva il governatore 6 mesi fa – va aiutato, è indispensabile in un Paese civile“. È tempo di virate, a Palazzo Santa Lucia.
 
 
 
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