Nasce dalla firma del contratto con il Napoli il progetto di rapinare il costosissimo Patek Philippe al calciatore del Napoli Neres: emerge anche questo dalle indagini dei carabinieri che hanno portato all’arresto di tre veri e propri professionisti del settore. I tre scorgono e riconoscono il prezioso orologio acquistato dal brasiliano a giugno, proprio dalle immagini della firma del contratto del 21 agosto scorso. Sul web ci sono foto e video dell’eventi che i tre visualizzano per documentarsi. Parlano mentre sono in una Panda in uso a uno dei tre sulla quale i militari dell’arma avevano piazzato una cimice. Già discutono del servizio di appostamento al veicolo che avrebbe accompagnato il calciatore allo stadio. Non solo. I tre sono anche conoscenza, sempre attraverso l’analisi delle immagini che si trovano su Internet, che anche alla moglie del calciatore piacciono gli orologi di lusso. Ma è fondamentale sapere se Neres nell’occasione dell’incontro di calcio effettivamente indosserà il Patek Philippe e c’è agli atti una intercettazione che fa presupporre l’eventualità che uno dei tre, precisamente Giuseppe Vecchione possa essere anche l’autore di un’altra rapina, piuttosto datata, quella messa a segno anni fa contro un altro giocatore del Napoli, il colombiano Camillo Zuniga: “perché come ho fatto con Zuniga – dice – io già nella partita già sapevo quello che teneva”. I tre vengono intercettati anche quando parlano delle notizie di stampa che fanno riferimento a una possibile loro identificazione grazie anche una testimone oculare. Questi fatti risalgono al 3 settembre scorso: il padre di uno dei “rapina-rolex” arrestati viene a conoscenza della circostanza e si mette subito in contatto con un avvocato e poi con il figlio, chiaramente preoccupato dall’informazione acquisita dai media: “una signora vi ha visto… siete usciti sul giornale”, gli dice.
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Rapina a Neres, l’intercettazione: “Come ho fatto per Zuniga già lo sapevo che aveva l’orologio”
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