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Armato di pistola, aveva fatto irruzione in un bar, prendendo in ostaggio una dipendente e tenendola per i capelli si era fatto consegnare quasi 1.500 euro in contanti. Una rapina-choc avvenuta a Pompei che si era conclusa con una violenta colluttazione, nella quale era rimasto ferito lo stesso cassiere. Ad oltre un anno di distanza dal fatto, oggi i carabinieri della stazione di Pompei hanno eseguito, presso il carcere napoletano di Secondigliano, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura nei confronti di un giovane napoletano di 22 anni. L’uomo è accusato di rapina a mano armata e lesioni personali. I fatti risalgono al 21 settembre dello scorso anno, quando il 22enne avrebbe fatto irruzione in un bar-tabacchi con il volto travisato ed armato di pistola. Stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti grazie alla visione delle immagini degli impianti di videosorveglianza dell’esercizio e alle testimonianze raccolte, il giovane sotto la minaccia della pistola aveva preso in ostaggio una dipendente, trascinandola per i capelli davanti al vetro blindato di protezione della cassa. Qui, puntandole la pistola alla testa e minacciando di spararle se il cassiere non gli avesse consegnato l’intero incasso, l’aveva fatta inginocchiare. Quando aveva ricevuto la somma in contanti di circa 1.500 euro, il rapinatore aveva cercato di allontanarsi a piedi, ma alcuni avventori del bar-tabacchi, insieme allo stesso cassiere uscito dal proprio box blindato, l’avevano raggiunto ingaggiando una violenta colluttazione con il malvivente che, pur riuscendo a scappare, aveva lasciato sul posto degli indumenti e la pistola, che al momento del sequestro è risultata essere una replica di un’arma vera, priva del tappo rosso. Nella colluttazione erano rimasti feriti sia il cassiere sia il rapinatore. Il sopralluogo della polizia scientifica sui luoghi dove era avvenuta la rapina, aveva permesso di repertare una traccia ematica lasciata dal rapinatore, che, grazie alle successive comparazioni genetiche condotte dai biologi del reparto investigazioni scientifiche carabinieri di Roma, è risultato corrispondere al profilo del Dna del 22enne, nel frattempo già destinatario di un altro provvedimento restrittivo. A questo punto, i carabinieri della stazione di Pompei gli hanno notificato la nuova ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di Secondigliano.