Due cuginette, di appena 13 anni, sono state violentate da un gruppo di adolescenti al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Il fatto, come riferisce l’Ansa è avvenuto a inizio dello scorso luglio. Le due ragazzine, all’inizio del mese scorso, sarebbero state portate in un capannone. Il branco che avrebbe abusato delle cuginette sarebbe stato composto da sei ragazzi, forse tutti coetanei delle vittime. Le indagini hanno avuto inizio ad agosto quando i familiari delle vittime hanno presentato una denuncia ai carabinieri.
La conferma della violenza sarebbe avvenuta anche dalle visite mediche in due ospedali cittadini. Al momento si sa che l’unico maggiorenne del gruppo sarebbe già stato individuato e fermato. Nel frattempo per le due ragazze è stato deciso l’allontanamento dal Parco Verde e ora vivrebbero in una casa famiglia. Le indagini sono andate avanti, in queste ultime settimane, nel più assoluto riserbo ma è trapelato che si sta procedendo all’analisi di alcuni telefoni cellulari per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Le due ragazze sarebbero state condotte in un capannone abbandonato della zona con l’inganno.
“La priorità è tutelare le due ragazzine che non hanno compiuto neppure 13 anni: per questo dobbiamo evitare possibili fughe di notizie e soprattutto la vittimizzazione delle due minori”. Lo sottolinea, in una nota, l’avvocato Clara Niola, legale di una delle due famiglie delle ragazzine abusate nel Napoletano.
“Come avvocato di una delle due famiglie coinvolte nelle triste vicenda di cronaca che vede protagoniste due minorenni di Caivano, – spiega l’avvocato Niola – ribadisco la volontà dei miei assistiti di non voler rilasciare alcuna intervista. Noi ci siamo fidati ed affidati all’Autorità giudiziaria e, seppur con dolore, abbiamo accettato il provvedimento adottato dal Tribunale per i Minorenni”, di mantenere la ragazzina in una struttura protetta. “E’ la minore – continua l’avvocato – ad essere al centro dei pensieri dei suoi genitori e dell’attività difensiva e pertanto ci siamo resi, sin da subito, disponibili ad una collaborazione sinergica con tutti gli uffici di Procura a vario titolo coinvolti. Ciò che dobbiamo evitare – ribadisco come legale – non è soltanto una fuga di notizie, ma anche (e, direi, soprattutto) una vittimizzazione secondaria di entrambe le minori che verrebbero ancor più traumatizzate laddove la vicenda venisse ulteriormente portata alla ribalta delle testate giornalistiche”. “Chiediamo – conclude il legale – pur nel rispetto dell’esercizio del diritto di cronaca, il massimo riserbo e la massima cautela specie per garantire agli organi inquirenti lo svolgimento di tutte le necessarie attività di indagine”.