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Ai microfoni di Radio Marte è intervenuto un esponente della Curva A dello stadio Maradona di Napoli. Ecco le sue dichiarazioni: “Innanzitutto ringrazio per lo spazio, parlo e rappresento tutti i gruppi organizzati della Curva A. Per quanto riguarda la manifestazione non era una protesta per il caro biglietti. Questo però va a contrastare le parole del presidente che vuole più famiglie e meno ultras allo stadio. Siccome abbiamo sentito che abbiamo abbandonato il Napoli abbiamo scelto di fare i fatti dimostrando che per noi Napoli è vita, organizzando la manifestazione creando un ambiente di festa fuori lo stadio con ragazzi e bambini. Dall’otto gennaio, dopo i fatti dell’autostrada A1, oltre al divieto di trasferta, ci è stata inflitta una punizione riguardante il materiale in casa. Sono due mesi che non possiamo far entrare i materiali in casa, non è assolutamente vero che protestiamo contro i biglietti, noi vogliamo solo sostenere il Napoli. Se abbiamo fatto qualche errore siamo pronti a correggerlo, siamo disposti a parlare con chiunque ma si devono dire le cose come stanno. Il presidente gestisce la SSC Napoli come una bottega, la squadra sul campo è meglio delle altre, ma a livello societario no. Le grandi società hanno una figura che si accorda con le tifoserie sul materiale da portare allo stadio, il Napoli è l’unica squadra che non presenta questa figura. Il paradosso è che vengono le tifoserie avversarie e sembrano che giochino in casa. Il mio rammarico è che il presidente sta togliendo tempo alle figure che devono gestire la città. Tutto questo si potrebbe risolvere tra noi e loro. Siamo ragazzi che vogliono solo il bene della squadra, vogliamo goderci questo due mesi per festeggiare uno scudetto che molti di noi non hanno mai visto. Non c’è una tregua perché semplicemente non può esserci una guerra con la persona che ci sta portando al sogno scudetto. Abbiamo grandi ragazzi in campo e grandi tifosi. Se la società si mette al posso con noi, possiamo raggiungere grandi obiettivi”.