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NAPOLI – “Ricordo una telefonata che ebbi dal rettore dell’Università di Bergamo: mi confidò che quella notte non era riuscito a dormire per le ambulanze che continuamente avevano attraversato la città a sirene spiegate”: tra 4 giorni, il 22 febbraio, saranno due anni dalla instaurazione in Italia della prima zona rossa, quella che chiuse Codogno dopo l’accertamento del primo caso di Covid.

All’epoca, Gaetano Manfredi era ministro del Governo Conte II. E con queste parole ha ricordato quelle ore così concitate, oggi, a margine della conferenza che ha presentato l’accordo tra Comune e Unione Industriali per una cooperazione nel campo sociale che prevede, tra l’altro, l’utilizzo di un esoscheletro che consentirà a tanti napoletani di tornare a muoversi in autonomia.

“Dalla pandemia – ha detto il sindaco a Palazzo Partanna – ne usciamo diversi. Nel senso che, dopo un grosso trauma, abbiamo e avremo ancora per molto tante ferite addosso. Ma credo anche che dalla pandemia ne usciamo con un insegnamento: che la lotta alle disuguaglianze è una precondizione per un vero sviluppo economico”.

“Se lasciamo campo libero ai conflitti sociali escludendo parti di popolazione sempre più ampie, avremo solo una parte dello sviluppo che potremmo aspettarci. Pensate se in passato avessimo investito di più nel campo sanitario: avremmo resistito meglio davanti all’avanzata della pandemia. Per questo, anche grazie a quest’accordo con l’Unione Industriali, Napoli vuole rappresentare una sfida propositiva per il Paese, non un suo problema. Aiutare chi sta in difficoltà è il modo migliore per far star meglio chi già sta bene”.

L’assessore alle politiche sociali Luca Trapanese per questo ha tenuto a spiegare, con la rappresentante degli industriali Anna Del Sorbo, che “il Comune ha tutto l’interesse a fare cose che rimangono per la collettività anche dopo e al di là di chi le promuove oggi. Cosa che non abbiamo notato quando ci siamo insediati”.