Tempo di lettura: 4 minuti

Alte concentrazioni di inquinanti, tasso di motorizzazione elevato, trasporto pubblico ad “andamento lento”, per riecheggiare Tullio de Piscopo. Legambiente ha presentato i dati di Napoli sulla mobilità urbana, e ha tracciato la roadmap per raggiungere gli obiettivi al 2030. Tra cinque anni, infatti, entrerà in vigore la nuova direttiva Ue sulla qualità dell’aria (AAQD). Una norma che recepisce limiti di esposizione ai principali inquinanti molto prossimi a quelli suggeriti dall’Oms. Stamattina ha fatto tappa qui la campagna itinerante di Legambiente “Citta2030, come cambia la mobilità”. L’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere una mobilità sostenibile.

In piazza Dante è andato in scena anche un flash mob, per chiedere il ripristino della locale Ztl. Con i volontari di Legambiente, a manifestare c’erano cittadini e associazioni (Bici per la città, Circoli Legambiente di Napoli, Comitato San Martino, Comitato ZTL Dante, Ex OPG Je so’ pazzo, Fiab Napoli Cicloverdi, Gea Aps, Gente Green Aps, Italia Nostra, Movimento consumatori, Napoli Pedala, Nessuno tocchi Caino, NuRiGe, Rete sociale Nobox – Diritto alla città, Sindacato Tassisti di base, Vas Napoli, Wwf Napoli). “Accelerare contro l’inquinamento” era la richiesta, dati alla mano. Secondo Legamenbiente, “a Napoli si continua a respirare Mal’Aria”, dal nome del report redatto sulle polveri sottili. Nel 2024 la centralina Ospedale Nuovo Pellegrini ha fatto registrare 57 giorni di superamento del limite previsto per il PM10 di 35 giorni, con una concentrazione media giornaliera inferiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). “E se guardiamo ai valori proprio al 2030 – afferma l’associazione ambientalista -, Napoli ha solo cinque anni per ridurre del 29% le attuali concentrazioni di PM10″. Un compito giudicato “tutt’altro che semplice se si pensa alla necessaria sinergia da introdurre tra politiche antinquinamento, per la mobilità sostenibile e la trasformazione dello spazio urbano”. Ma non è tutto. “Napoli, infatti – spiega Legambiente – risulta in cima alla classifica di Mal’Aria per il maggior taglio necessario di NO2, -50% entro il 2030, inequivocabile marker della combustione dei motori endotermici diesel”. In città si contano ben 168.957 autovetture diesel, pari al 30,5 dell’intero parco circolante.

Oltre agli impegni per la riduzione degli inquinanti, Napoli dovrà dimezzare gli incidenti entro il 2030: lo prevede il Piano Nazionale Sicurezza Stradale (-50% rispetto al 2019). “Sono ancora troppi – ammonisce Legambiente – gli incidenti gravi che coinvolgono morti e feriti”. Al riguardo, si cita il recente report della Polizia Municipale: 4703 incidenti e 26 vittime l’anno scorso. E c’è poi il capitolo del Tpl. “Seppur in lieve aumento rispetto agli anni precedenti – sostengono gli ambientalisti -, la domanda di trasporto pubblico resta troppo bassa per Napoli, attestandosi a 79 viaggi/abitante/anno contro i 415 di Milano e i 259 di Roma”. L’offerta del Tpl partenopeo “non è eccellente, ma può vantare una buona dotazione di Trasporto rapido di Massa con 34 stazioni e 600 treni/giorno”. La Metro è tra “i vettori di maggior successo, seppur presenta metà delle fermate e dei treni di Milano, a parità di popolazione servita“. Ad oggi si contano 59 tra filobus e tram. Nel corso del 2025, è annunciato l’aumento della dotazione tramviaria: 20 nuovi tram da 274 passeggeri ciascuno. Quanto alla sharing mobility, “rimane un altro tallone d’Achille per la città che può attualmente contare su 700 monopattini elettrici e 584 e-bike, entrambi i servizi attivi in regime di free floating“. Sono operativi anche un servizio di scooter sharing e di car sharing. Piste ciclabili, altra questione in ballo. “Sembra che l’attuale amministrazione – osserva Legambiente – non sia particolarmente convinta e risoluta nel considerare la bici una possibile alternativa, al punto di investire massicciamente nelle infrastrutture ciclabili. Ad oggi si contano soltanto 23,20 km di percorsi ciclabili di varia tipologia, tutt’altro che interconnessi tra loro”. Sono previsti 14 milioni di euro per realizzare almeno 35 km di nuove piste ciclabili in città, il tutto entro il 2026. Ma in vista del 2030, c’è da lavorare molto.