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Un’opera dell’importo complessivo di 115 milioni di euro, tra le principali di quelle finanziate col Pnrr, per cui a marzo scorso la giunta Manfredi ha approvato il Progetto di fattibilità. È la “Valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri e dell’ambito urbano di Piazza Carlo III, via Foria, piazza Cavour”. Per il recupero dello storico complesso, finora circa 800.000 euro lordi sono andati alle consulenze. Volevate forse fare a meno degli esperti? Nemmeno a parlarne. Il quadro economico dispone, alla voce “spese tecniche”, un esborso di quasi 1,2 milioni per Progettazione, studi, ricerche e indagini territoriali. Altri 1,6 milioni sono destinati a indagini e monitoraggi, e 255.000 euro al “Supporto al responsabile unico del procedimento”. Tutto ciò “al fine di agevolare l’attuazione dei procedimenti per la realizzazione del progetto”. Un’opera la cui scadenza al 2026 è capestro, come ogni finanziamento del Pnrr. Bisogna correre, insomma.

E allora, a detta del Comune, gli esperti servono. Per alcune specifiche figure, dopo “aver esperito con esito negativo l’interpello interno – recitano le determine -, il Rup dell’intervento in parola” ha chiesto di attivare selezioni pubbliche. Una mossa effettuata “in ossequio al Disciplinare” – approvato dalla giunta comunale – per il conferimento di incarichi esterni Pnrr. La legge sul recovery fund, del resto, prevede questo aiuto alle amministrazioni. Sono collaborazioni con contratto di lavoro autonomo. In due circostanze si è proceduto ad affidamento diretto o trattativa privata, per appalti d’un soffio sotto la soglia ammessa (139.000 euro). A criticare le scelte dell’amministrazione, tuttavia, è l’ex consigliere comunale Matteo Brambilla. Ingegnere energetico, Brambilla si è candidato a sindaco con il Movimento 5 Stelle e, alle ultime comunali, con la lista Napoli in movimento No Alleanze, gli ex attivisti usciti dal M5S per la svolta draghiana. Come ai tempi del consiglio, quando al comune c’era de Magistris, Brambilla ha l’abitudine di spulciare carte e studiare provvedimenti. E anche oggi ritiene doveroso discuterne, rilevando un’assenza di dibattito in consiglio comunale. “Il Comune di Napoli spende milioni e milioni per i suoi dirigenti, ai quali elargisce ogni anno premi di risultato, poi – osserva – scopre che non ci sono professionalità in grado di fare: esperto in processi e sistemi per la logistica e la sicurezza; esperto in economia di reti globali, culturali e creative; esperto in processi e sistemi per l’innovazione tecnologica; esperto in rigenerazione città storiche; esperto in materie giuridico-economiche e diritto societario esperto in valorizzazione dei beni culturali e digitali”. Brambilla considera eccessivo il ricorso a professionisti esterni. Inoltre, solleva una questione di opportunità.

Tra i vincitori di selezione, infatti, ci sarebbero anche soggetti vicini al sindaco ex rettore. Reputiamola, ovviamente, una casualità. “Abbiamo – afferma Brambilla – dipendenti della Federico II, professori universitari, collaboratori di Manfredi”. A chi ha ricoperto o ricopre ruoli nello staff del sindaco, la legge non vieterebbe di candidarsi ai bandi del Comune, avendo prestato servizio a titolo onorifico. Vale a dire non percependo compenso. Brambilla però polemizza, in particolare, sul nome di “Sergio Locoratolo”, che ha una veste attuale: è coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli. Docente di diritto commerciale all’ateneo federiciano, è tra i collaboratori più in vista di Manfredi. Del sindaco, ha coordinato il programma in campagna elettorale. Per l’intervento sull’Albergo dei poveri, gli è stato conferito l’incarico di esperto in materie giuridico-economiche e diritto societario. Importo: 85.000 euro lordi. Non ostando ragioni legali di incompatibilità, Locoratolo poteva partecipare alla selezione. Ma Brambilla chiede quanto fosse opportuno, vista l’odierna presenza – sia pur gratuita – nelle stanze di Palazzo San Giacomo.