Il calcio italiano si riscopre fragile. Il var avrebbe dovuto mettere a tacere polemiche ed errori, invece gli arbitri si ritrovano nuovamente nell’occhio del ciclone. L’ultima giornata di campionato ha fatto alzare il solito polverone che, evidentemente, era solo stato nascosto sotto al tappeto.
Il fallo di rigore di Ranocchia su Belotti, non visto in campo da Marco Guida e al var da Davide Massa, è solo l’ultimo di una serie di errori che ha riportato a galla vecchie vicende. Inadeguatezza? Sudditanza? Chi più ne ha più ne metta, mentre il sistema calcio si interroga nel proprio interno, mettendo in discussione anche la posizione del designatore Rocchi, al cui posto sarebbe pronto a subentrare Rossetti.
Qualche testa inevitabilmente finirà per saltare, se anche un maggiore utilizzo della tecnologia non è stato in grado di mettere a tacere le polemiche e le “italiche” moviola. Basti pensare che proprio Guida di Torre Annunziata, destinato a uno stop più o meno lungo dopo il caos di domenica sera, è tra i migliori fischietti italiani per media voto, stando al “pagellone” pubblicato questa mattina da La Gazzetta dello Sport.
Meglio dell’arbitro originario della provincia di Napoli, terzo con 6,1, fanno soltanto Juan Luca Sacchi di Macerata (6,27) e Simone Sozza di Seregno (6,2). Tre dei nove arbitri sui trentatré impiegati durante il campionato di serie A a raggiungere la sufficienza insieme a Doveri, Giacomelli, Irrati, Marinelli, Massimi e Rapuano. Bocciati, o almeno rimandati, tutti gli altri. Troppo poco in tempo di var e allora è inevitabile porsi qualche domanda e trovare, soprattutto, qualche rimedio.