Il sindaco Manfredi esulta: “Napoli sempre più da record!”. E snocciola i numeri: oltre 1 milione di turisti tra Pasqua e Primo Maggio 2025, +20% rispetto al 2024. Presenze straniere in crescita. “Cresce il nostro aeroporto di Capodichino – sottolinea il primo cittadino -: oltre 2 milioni di passeggeri nei primi 3 mesi dell’anno e +13% di rotte internazionali”. Il dato sullo scalo aereo non è affatto secondario, vedremo perché. Al netto dei toni da propaganda, il turismo è infatti vitale per l’amministrazione Manfredi. Lo attesta un report, diffuso dall’Osservatorio Economia e Società del Comune. Si traccia un primo bilancio del Patto Per Napoli. Ossia, del vero atto fondativo della sindacatura dell’ex rettore. L’ubi consistam, per la ‘giunta dei professori’, chiamata a fronteggiare un deficit di 5 miliardi. Una settimana fa, Palazzo San Giacomo ha comunicato l’avanzamento del piano di rientro. Secondo le cifre diffuse, l’esposizione finanziaria complessiva è scesa da circa 5 miliardi (al 31 dicembre 2021) a circa 3,9 miliardi (al 31 dicembre 2024).
Architrave del risanamento è appunto il Patto per Napoli, l’accordo siglato nel 2022 con l’allora governo Draghi. L’intesa, come si sa, prevede un contributo al riequilibrio finanziario del Comune. Analizzando nel dettaglio la struttura del Patto, si scoprono altre cose. Il contributo dello Stato ammonta a 1,23 miliardi totali, erogabili fino al 2042. La media fino al 2025 è di 110 milioni l’anno, ma scenderà a 46 milioni dal 2026 in poi. Il Comune invece deve metterci 800 milioni in tutto. Sono così divisi: 27 milioni in media, nel periodo 2022-2025, per salire a 40 milioni nell’arco temporale 2026-2042. Come indicano i numeri, il report ci ricorda: all’ente comunale “dal 2026 il riequilibrio finanziario richiederà uno sforzo maggiore”. Quindi si spiega Palazzo San Giacomo dove intende reperire le risorse, spalmate su 20 anni. Senza troppi giri di parole, la gran parte (90%) deve uscire dalla riscossione (730 milioni). Il resto (10%), cioè 73 milioni, dal Patrimonio. In quest’ultimo caso, le operazioni previste sono alienazioni (36 milioni), conferimento immobili (5 milioni), canoni concessione e locazione (16 milioni), riduzione fitti passivi (16 milioni).
Ma è ovviamente la voce Riscossione quella decisiva. Ed anche la più pesante per la cittadinanza. Essa consta di 300 milioni di addizionale Irpef (14 milioni l’anno), con l’imposta aumentata progressivamente all’1% dall’iniziale 0,8%. Altri 230 milioni vengono dalla riscossione tributi (11 milioni l’anno), tramite la travagliata operazione Napoli Obiettivo Valore. Infine c’è la tassa aeroportuale (costo 8,5 euro pro capite), direttamente connessa al turismo, gravando in parte anche sui cittadini-viaggiatori. Dall’addizionale turistica si attendono 200 milioni totali, pari a 9,5 per anno. Una bella fetta degli introiti, in sostanza. E gli aumenti dei flussi di visitatori, pertanto, sono benedetti dall’amministrazione. Di più: sono un obiettivo strategico, legato al buon andamento del piano di riequilibrio finanziario. Non a caso, sul marketing turistico il Comune di Napoli effettua corposi investimenti. Ne sono testimonianza le campagne di comunicazione, affidate a società esterne. Insomma: più aumenta il turismo, più soldi entrano nelle casse comunali. E il Patto per Napoli gongola.
Anche l’Osservatorio si compiace del risultato raggiunto, ben oltre le previsioni. “Il cronoprogramma – rileva il report – prevede un contributo da tassa aeroportuale pari a 10 milioni fino al 2042. Nel 2024 ne sono stati incassati circa 12 e la stima per il 2025 è di 13,5 milioni”. Dunque, il turismo si conferma risorsa economica per il Comune, e per il Patto per Napoli. Un canale finanziario di pronto realizzo: la tassa di imbarco non si evade facilmente, essendo un importo fisso all’interno del prezzo del biglietto aereo. Né, d’altro canto, si registrano contraccolpi dai rincari. Anzi tutto l’opposto, a sentire Manfredi. “La domanda di trasporto aereo – afferma l’Osservatorio – parrebbe inelastica rispetto all’aumento marginale della tassa pari a 2 euro introdotto dal Comune nell’ambito delle misure previste dal Patto per Napoli“. E non basta. Il report segnala come “tale incremento della domanda di trasporto aereo, legato alla fase di forte espansione turistica che sta conoscendo la città di Napoli, si sia realizzato nonostante l’ampliamento della rete aeroportuale di Gesac (gestore di Capodichino, ndr)”. Si riferisce al nuovo scalo di Salerno, secondo l’Osservatorio “un naturale sbocco per il decongestionamento dello scalo napoletano”. Sullo sfondo restano però le lamentele di tanti cittadini. Le accuse per l’overtourism, l’invasione di tavolini e dehors, il caos nei servizi, il chiasso per i frequenti sorvoli sui cieli cittadini. E inoltre l’emergenza abitativa, i fitti alle stelle, il dilagare di affittacamere e bed and breakfast. Proteste spesso sottovalutate o ignorate dai grandi media. Pronti tuttavia a celebrare i fasti del “boom turistico”. Il Patto per Napoli gioisce, ma molti napoletani no.