“Quando stamattina ho letto il giornale ho avuto un momento di smarrimento, ma poi ho pensato che in fondo era una giorno felice”. Un giorno felice quello in cui tutta Italia è venuta a sapere, rimanendo scioccata, dello stupro di Caivano? “Si, perchè se questa vicenda è venuta alla luce e perché c’è stato qualcuno che finalmente ha avuto voglia di denunciare. Per questo, nonostante tutto, sono felice”.
Eugenia Carfora da circa 16 anni è dirigente scolastica al parco Verde di Caivano, dapprima all’istituto comprensivo e poi all’istituto superiore “Morano”. E’ una preside-coraggio, che non ha paura di mettersi contro la camorra per combattere la dispersine scolastica. E se i suoi ragazzi non vanno a scuola li va a prendere a casa, uno per uno.
Di tutta la vicenda dello stupro Carfora enfatizza il coraggio delle due ragazze, “che hanno parlato, che hanno chiesto aiuto“. Ed ora il suo “principale desiderio è che tra qualche anno non si parli più del Parco Verde, che la gente meravigliosa che vive qui si tolga di dosso questa sorta di macchia”.
La preside, nominata nel 2020 miglior dirigente scolastica d’Italia, non chiede progetti speciali per il Parco Verde “perchè si viene qui, si annunciano e poi tutto finisce“, ma “un grande impegno quotidiano per valorizzare giorno per giorno il bello, l’ingegno di questi ragazzi, delle loro famiglie”.
Dalla sua scuola negli ultimi anni decine di giovani sono stati avviati al lavoro ed ora hanno anche mansioni di responsabilità in importani realtà produttive. E poi sono stati realizzati, nei giardini della scuola, sia l’orto che la serra, che curano con dedizione gli stessi ragazzi.
“Noi qui abbiamo bisogno del dialogo. Quando accadono fatti gravi si chiede un poliziotto per ogni residente, ma io dico che serve un punto di ascolto per ogni palazzo, per sentire le storie di quelle mamme che, nonostante tutto, mandano i loro figli a scuola, li fanno studiare. E per questo motivo le vorrei abbracciare una ad una per dare loro il mio sostegno”.
“Molto è stato fatto. Prima alcuni si vedevano in perenne contrapposizione con le forze dell’ordine – aggiunge – oggi tanti ragazzi si salutano con gli agenti e c’è qualcuno che mi ha confidato di sognare di voler fare il carabiniere”.
“Andare via dal parco Verde? E perchè – dice la preside -, noi non molliamo. Io vorrei morire qui. E la terra che amo e mi continuerò a battere fino a quando ne avrò le forze”.