Tempo di lettura: 2 minuti

Sono Nello Di Costanzo del Tg3 Campania e Claudio Mazzone del ‘Corriere della Sera’ i vincitori della I edizione del Premio Giornalistico “Carpine Visciano”. E poi ancora menzione speciale per Giuliana Covella de “Il Mattino” e “premio critica” per Carmine Rossi di Sky. Riconoscimenti anche a Gianfranco Coppola, caporedattore del Tgr Campania e presidente nazionale della Stampa sportiva italiana che, con il suo impegno, ha dato forza e valore allo sport come strumento di inclusione sociale, raccontando storie di rinascita e di condivisione oltre ogni barriera.

Riconoscimento anche ad Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che ha patrocinato l’evento insieme alla Città Metropolitana di Napoli. L’iniziativa è stata promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sabatino Trinchese in sinergia con la Pro Loco cittadina presieduta da Claudio Napolitano. Ieri sera la cerimonia di premiazione nel Teatro Tenda di piazza Lancellotti. Tanti i temi affrontati: dalla denuncia sociale, al linguaggio social in cui negli ultimi anni ha trovato terreno fertile anche la camorra, alla rivoluzione sociale di un prete napoletano, don Michele Madonna – raccontata da “Il Mattino” – che, attraverso il rave party cristiano, è riuscito a strappare molti giovani alle tentazioni della strada. Spazio anche alla guerra in Ucraina ed al recupero e all’inserimento nella società dei bambini affetti da autismo. Non a caso il Premio è intitolato alla memoria di padre Arturo D’Onofrio, fondatore a Visciano della Piccola Opera della Divina Redenzione, il pastore che ha fatto la storia della comunità e che ha esportato in Italia e nel mondo la sua missione di carità e di solidarietà, prossimo beato della chiesa cristiana.

Mettiamo un nuovo tassello alla programmazione culturale della nostra cittadina – ha spiegato il sindaco Sabatino Trinchese – dopo i cortometraggi, questo nuovo progetto rafforza ulteriormente il percorso intrapreso che, nella legalità e nella trasparenza, trovano i suoi naturali veicoli identitari. Una mission istituzionale – aggiunge – di cui oggi i mass media sono la massima espressione portando avanti un’informazione libera che dà voce e spazio alle storie degli ultimi, dei dimenticati. Nessuno deve restare indietro”.