“La sentenza del Tar che accoglie il ricorso dell’ex comandante della polizia locale, Luigi Maiello, contro la sua destituzione arbitraria disposta dal sindaco di Pomigliano e dalla sua giunta, ha un doppio valore – ha detto Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Gruppo Misto – Da un lato restituisce finalmente dignità umana e professionale ad un servitore delle istituzioni e della legalità, ingiustamente denigrato e delegittimato da una politica arrogante; dall’altro sentenzia l’ennesimo fallimento politico e amministrativo di un sindaco e della sua giunta più dediti alla caccia alle streghe dei presunti nemici politici che ad occuparsi dei mille problemi della nostra città. Ovviamente tutto a spese dei cittadini, su cui ricadranno i costi dell’ennesima battaglia legale persa” ha concluso Ciarambino.
“Mai avuto dubbi sull’illegittimità del provvedimento del Comune di Pomigliano d’Arco. Ora giustizia è fatta ma ciò che è accaduto deve far riflettere”. Lo afferma il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, commentando la sentenza del Tar Campania che ha annullato la decadenza da dipendente comunale dell’ex comandante della Polizia municipale di Pomigliano d’Arco (Napoli), Luigi Maiello, decretata da un provvedimento dirigenziale per “gravi irregolarità sia nella presentazione dei requisiti per la partecipazione al concorso per il posto di comandante della polizia municipale locale, sia per i precedenti incarichi”. Secondo Borrelli il provvedimento aveva messo fine al “braccio di ferro tra il sindaco Raffele Russo e il comandante Maiello“. “Ciò che è accaduto deve fare riflettere – ha spiegato il deputato – da una parte c’è il sindaco che ha più volte affermato che la camorra a Pomigliano non esiste, smentito dalla Commissione antimafia e anche dai recenti fatti di cronaca; dall’altra chi invece i clan li ha combattuti anche negli altri territori dove ha adoperato, come ad Afragola dove fu diffamato dal boss Antonio Moccia dopo aver scoperchiato il vaso di Pandora tra i rapporti tra clan ed opere pubbliche. Eppure sono proprio questi ultimi ad essere visti come dei ‘nemici’. Qualcosa non quadra. Cioè in realtà sarebbe quasi tutto chiaro – conclude Borrelli – ma non lo si vuole affrontare per non scoprire gli altarini”.