Il giorno dopo il week end dedicato alla celebrazione dei Santi e dei defunti, quello in cui ogni famiglia torna alle proprie abitudini giornaliere, in tanti nuclei familiari napoletani è restato l’amaro in bocca di aver dovuto constatare ancora lo stato disastrato in cui versa il cimitero di Poggioreale. E’ amaramente aperta la ferita dei crolli del 5 gennaio, del 30 settembre e del 17 ottobre scorso e il conseguente vilipendio dei cadaveri che ne è scaturito. I familiari dei defunti chiedono che alle salme dei congiunti sia ridata dignità Ma le istituzioni deputate hanno iniziato il solito balletto dello ‘scaricabarile’ delle responsabilità e per il ripristino della situazione.
“Il cimitero di Poggioreale ha tanti problemi da decine di anni, stiamo lavorando per dare risposte – ha dichiarato il sindaco Manfredi – Laddove c’è la competenza del Comune stiamo accelerando la procedura di recupero delle salme. – ha spiegato il primo cittadino – Ho assicurato il massimo impegno da parte nostra per una dignitosa sepoltura. La tensostruttura dove sono state sistemate bare e salme già recuperate è sicura” ma ce ne sono ancora centinaia da disseppellire dalle macerie e riguardo al riconoscimento delle salme il primo cittadino ha affermato: “È una procedura complessa, stiamo raccogliendo tutti gli elementi ove non bastassero procederemo con il test del dna”.
L’assessore ai cimiteri Vincenzo Santagada è stato ancora più preciso: “Il Comune ha dato in concessione per un secolo alla Curia i suoli dove sono state edificate le Congreghe e le Arciconfraternite”. Ma il vescovo Monsignor Battaglia ha replicato: «Si ha il dovere di seppellire degnamente quei resti perché sono storie di sacrifici. Non possiamo dimenticare l’accaduto – ha proseguito – e coprirne le responsabilità. La vicinanza sta proprio nel ricercare la verità e difenderla, nel promuovere una collaborazione per chi ha avuto una doppia perdita: la morte e lo scempio dei resti mortali”.
Più rigidi, evidentemente ed a ragione, i familiari dei defunti. “Dopo 10mesi di calvario, cominceremo a vedere questi corpi, almeno quelli riconoscibili – ha affermato Pina Caccavale, portavoce dei parenti – Stanno costruendo un sito per metterli nelle bare e appoggiarli momentaneamente. Ma noi non ci fermeremo perché questa è una gabbia, un pollaio in metallo. Noi vogliamo che si ripristinino i luoghi come erano prima, che i corpi tornino nei loro loculi con le loro foto e la loro dignità. Sono 10 mesi che marciscono a terra”.
Di chi sono la responsabilità dello stato attuale delle cose? Della Curia, del Comune o dei lavori per la metropolitana che proseguono senza sosta?
I Familiari dei defunti vilipesi voglio solo una degna sepoltura dei loro cari e giustizia per quanto accaduto.