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Performance ambientali, Napoli sprofonda. La città è 103esima su 106 capoluoghi, nella classifica di Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. L’anno scorso era al posto numero 98. Di male in peggio insomma. Diversi i parametri per stilare la graduatoria. Tante le criticità partenopee, in relazione allo status di metropoli. Ma non solo. Dallo smog ai rifiuti, passando per la scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico, fino alla “ancora insufficiente diffusione e utilizzo di infrastrutture dedicate alla ciclabilità“.

Più nel dettaglio, “meritano di essere menzionati i numeri elevati delle concentrazioni di biossido di azoto” recita il rapporto. La qualità dell’aria è giudicata insufficiente. Oppure “gli appena 0,39 metri equivalenti di suolo destinato ai ciclisti”: valgono il 101esimo posto nella classifica di settore. Balzano agli occhi anche i numeri del verde fruibile pro-capite: appena 13,6, pari all’87esimo posto. E per gli alberi il 96esimo. Definiti “risibili” gli 0,08 kW ogni 1000 abitanti di solare installato su edifici pubblici, in un Paese “che di sole ne ha in abbondanza tutto l’anno”. Inoltre la dispersione idrica: 27% (media capoluoghi regione 37,8%).

Nell’offerta di trasporto pubblico (76esima), ad esempio, Napoli è maglia nera tra le grandi città. Aumenta tuttavia il numero di passeggeri per abitante: 79 nel 2023, rispetto ai 64 del 2022 e ai 45 del 2021. E ancora negativo il dato della raccolta differenziata: 100esima. A complicare il quadro, la problematica overtourism. Il rapporto cita l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST). Un valore dato dalla combinazione di indicatori che misurano densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, utilizzazione lorda e quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico. Nel caso di Napoli risulta “Molto Alto”, al pari di Venezia e Verona. Questo evidenzia “la notevole pressione turistica sulle risorse e sulle comunità locali”. Se tali dati “risultano allarmanti – afferma Ecosistema Urbano 2024 -, la situazione delle città turistico-culturali è ancor più critica se si considera la concentrazione dei turisti e, dunque, il carico che poche e delimitate aree urbane che ospitano i principali attrattori della città sopportano”. Tutto ciò fa supporre conseguenti effetti “sul tessuto sociale, ambientale ed urbanistico”. La fase di crescita esponenziale “dei flussi turistici nelle destinazioni ha manifestato – aggiunge il rapporto – effetti negativi di sovraffollamento generando impatti sociali, ambientali, urbanistici ed economici che contraddistinguono il più ampio fenomeno dell’overtourism (da non confondere con il sovraffollamento)”. La notizia non è proprio inedita.