NAPOLI – Quanto può costare in politica un blitz fallito? Presto se ne accorgerà Nicola Landolfi, presidente del Pd regionale reo, ieri sera, di aver forzato ogni regolamento affinchè l’area deluchiana si riappropriasse con una “operazione speciale” dell’assemblea e andasse ad imporre Stefano Graziano nuovo segretario campano in sostituzione di Leo Annunziata.
E’ su di lui che si concentra la controffensiva. Anche di chi, fuori dal partito, spinge per un profondo rinnovamento.
Ed è lui il primo sconfitto a leggere la delibera che ieri sera è arrivata dalla segreteria nazionale del Pd la quale, in pratica, gli lega piedi e mani per non fare più danni.
Non solo la presidente della Commissione nazionale di Garanzia, Silvia Veto, ma tutti e 9 i componenti dell’organismo nazionale, in rappresentanza di tutte le componenti dem, all’unanimità (col voto anche di Base Riformista, la corrente cui fa riferimento Piero De Luca), lo hanno, in pratica, già del tutto commissariato, intimandogli di non convocare l’assemblea e di sospenderne “la celebrazione telematica”.
Insomma: una vera e propria smentita del suo operato. Una vera e propria disfatta per il campo deluchiano. Perchè il dato politico del blitz fallito è che non ha più la maggioranza in assemblea regionale. E che il nome su cui aveva puntato per il post-Annunziata, quello di Stefano Graziano, è ormai irrimediabilmente bruciato.
E quindi. Come farà il Pd ad uscire dal pantano?
Statuto alla mano, fino al 21 aprile (ma, probabilmente, i termini potranno essere dilazionati), c’è la possibilità per l’assemblea di trovare un nome davvero unitario come nuovo segretario regionale ed evitare il commissariamento.
Questo nome, come anticipato dal Mattino, potrebbe essere quello dell’ex parlamentare (nonchè commissario ad Avellino) Aldo Cennamo.
In gioco c’è la poltrona di chi avrà una voce determinante nello scegliere i candidati dem campani per le politiche del prossimo anno.