NAPOLI – Né le scuole aperte anche il sabato sera, proposta avanzata dalla vicesindaca Mia Filippone (“in realtà dal Comune manca una vera regia“), né il progetto di Isaia Sales di affiancare alla famiglia di sangue una pubblica fin dai primi giorni di vita (“sociologia da strapazzo“), né l’idea di sottrarre ogni benefit economico alle famiglie che non mandano a scuola i propri figli. Nè quella, al contrario, di premiarle di fronte a un comportamento corretto.
Irace, assieme al presidente Nicola Campanile e i 7 consiglieri municipali di Per, così, ha firmato una nota al veleno nella quale, tra l’altro, si legge: “Il Patto Educativo è mettere davvero al centro i minori e le loro famiglie, è l’esatto contrario sia dell’assistenzialismo sia della ghettizzazione: tende una mano alle persone concrete in carne ed ossa, non a “categorie” che creiamo con una sociologia da strapazzo. Il Patto educativo parte dalle radici. E le radici sono le persone, non le teorie sociali per quanto condivisibili. O si parte dalle radici, per siglare questo Patto, o non ne vale la pena: non si tratta di fare esperimenti sociali con i soldi pubblici“.
“Il Patto educativo è un grande test di sussidiarietà e democrazia partecipativa. Fondamentale è la regia di cui deve farsi carico l’ente pubblico: il Comune. Una regia che deve essere caratterizzata da uno sforzo di dialogo e ascolto precedente a qualsiasi impiego di risorse“.