NAPOLI – “Patadrag!”, per dirla con il titolo di apertura del Manifesto di oggi. Il Governo di Mario Draghi è caduto. Enrico Letta ha appena dichiarato chiuso il campo largo. L’alleanza Pd-Movimento 5 Stelle sembra già morta. E a Napoli, nemmeno Gaetano Manfredi si sente tanto bene. Del resto, appena un anno fa, con la sua candidatura a sindaco, è stato il volto dell’intesa tra Dem e pentastellati.
Qui Museo di Capodimonte, inaugurazione della mostra della collezionista Lia Rumma.
Eccolo il sindaco, il volto teso per il Patadrag.
“Credo che sia stato un grave errore far cadere il Governo in una fase così difficile per la congiuntura internazionale, per la situazione economica molto difficile che tenderà ad aggravarsi in autunno, per la necessità di rispondere ai nostri impegni europei e di portare avanti il Pnrr che è subordinato a una sere di riforme che l’Italia si era impegnata a realizzare”, dice ai cronisti che lo attendevano al varco.
“Mi auguro che in questo momento ci sia coesione e che si lavori per un’offerta politica per le elezioni che abbia grande attenzione ai temi sociali, al lavoro, al lavoro povero e soprattutto che metta al centro il Sud, la grande sfida del Paese”.
Certo, il colpo, per il primo cittadino che il 29 marzo scorso ha firmato con Mario Draghi il Patto per Napoli che ha evitato il default del Comune, è particolarmente duro da mandare giù. Anche perché lui, nei giorni scorsi, era stato incaricato da Enrico Letta di fare da pontiere con Giuseppe Conte e il suo Movimento con la missione di calmare i loro bollenti spiriti.
“Sì – racconta oggi un pò sconfortato – sono stato in contatto con i leader nazionali ed ho manifestato più volte le mie preoccupazioni per questa situazione che sicuramente non aiuta chi deve governare sui territori”.
Appunto, “sui territori” ora che accade? Lo strappo dei 5 Stelle, il Patadrag, che conseguenze avrà sulla sua giunta che vede due assessori pentastellati (Luca Trapanese ed Emanuela Ferrante) e sulla sua maggioranza che conta 3 consiglieri contiani dopo la scissione di Luigi Di Maio?
“Credo che l’amministrazione sia più che mai solida – si fa coraggio il sindaco – Noi dobbiamo pensare al bene dei cittadini e all’interesse di una città che deve essere ben amministrata: siamo in una fase molto importante e delicata per Napoli”.
“Ma adesso il tema è anche definire una base programmatica per le elezioni nazionali che tenga conto dei bisogni delle città – aggiunge poi Manfredi – Questo noi sindaci lo abbiamo già sottolineato perché abbiamo di fronte grandi bisogni sociali, con i servizi da garantire ai cittadini, i problemi nelle periferie, le problematiche legate all’educazione e alle marginalità”.
“Ecco – conclude il sindaco – Chiunque si presenti alle elezioni tenga conto dei problemi veri dei cittadini e delle città salvaguardando anche le risorse del Pnrr per le quali abbiamo bisogno di riferimenti certi per spenderle nei tempi giusti, anche con quelle norme di semplificazione che si attendevano”.
“Bisogna dare risposte concrete – è l’appello conclusivo di Manfredi nel day after del Patadrag – perché, alla fine, ogni giorno, i cittadini ci chiedono questo: il Paese ha un grande bisogno di un programma di modernizzazione”.