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Napoli – Venerdì 18 novembre, dalle ore 18, si terrà “Visioni e rappresentazioni pasoliniane”, un pomeriggio di studi in occasione dei 100 anni dalla nascita di Pasolini. Intervengono: Antonia La Torre, dottoressa di ricerca e docente, autrice del volume “Senso Ontologico, Mimesis e Rappresentazione. Analisi letteraria della scrittura filmica di Pier Paolo Pasolini e Cesare Zavattini”; Roberto D’Avascio, presidente ArciMovie; Mariano Scotto Di Vetta, assessore alla cultura del comune di Bacoli; Paolo D’Anna, scrittore e autore del libro “L’odore della notte” e dello spettacolo “I cento anni di Pasolini. I cento volti di Pasolini”. Modera: Edgardo Bellini, critico teatrale.

Sabato 19, alle 21, e domenica 20 novembre, alle 19, Paolo D’Anna sarà in scena con “L’odore della Notte. I 100 anni di Pasolini, i 100 volti di Pasolini”.

“L’odore della notte” invita il pubblico attraverso la rappresentazione di corpo e voce del suo autore e interprete, il poeta e regista Paolo D’Anna, in un viaggio di andata e ritorno dentro la poetica di vita e la biografia intellettuale di una delle figure più complesse, e per questo più difficile da ricondurre a definizione nell’ambito di schematizzazioni comode e ordinate, che il panorama culturale italiano abbia conosciuto nella seconda metà del secolo scorso.

Lungo questo viaggio siamo accompagnati a ripercorrere, calcandone i passi, la parabola esistenziale di Pier Paolo Pasolini in un racconto che, alternando le sue vive parole alla ricostruzione di un clima culturale fervido e pur tuttavia ancora inguaribilmente provinciale e arretrato quale era quello dell’Italia di quegli anni, irrigidito nelle posizioni contrapposte di militanze e di poteri palesi e occulti, ci evidenzia i passaggi salienti che conducono, quasi inesorabilmente, all’esito tragico in cui riconosciamo come vita e opera dell’autore non possano che essere inscindibili nella loro unità di ispirazione e di destino.

Guardando attraverso lo sguardo del poeta friulano, D’Anna ci riporta alla Roma degli anni Sessanta e Settanta, nella suggestiva descrizione delle atmosfere e dei luoghi, degli incontri importanti umani e artistici, degli scritti e delle denunce civili, delle notti pericolose spinte nei meandri delle borgate da un’irrefrenabile e disperata brama di vita. Dal racconto emergono, tra le altre, le vicende di Maria Callas e del suo impossibile amore nato per lui sul set del film Medea, del rapporto polemico e nondimeno profondamente autentico e segnato da un rispetto a suo modo affettuoso tra Paolini e Oriana Fallaci, del rapporto più equilibrato e letterato con Attilio Bertolucci; ritroviamo il teatro di parola attraverso il quale volutamente egli provocava i giovani, mettendo in scena i conflitti generazionali; ascoltiamo in presa diretta i tormenti e le passioni esistenziali, gli accenti e l’analisi tagliente di una voce unica nel suo esprimere la propria denuncia dell’omologazione culturale attraverso il consumismo e i media d’informazione, degli interessi economici e occulti che muovono i fili della politica, della necessità di una società più giusta e solidale; e proprio per la sua intransigente e radicale unicità, voce scomoda che è stata largamente e volutamente incompresa e sottovalutata nella portata della sua visione anticipatrice dei tempi.

Infine, riporta ai nostri giorni il corpo ancora vivente, la voce alta e illuminante di un intellettuale che, proprio per quella sua capacità di visione quasi profetica, oggi più che mai ci appare a quasi un secolo dalla nascita del nostro contemporaneo.