Una battaglia per un parcheggio interrato riemerge dal passato, ma adesso registra un inedito scontro tra ambientalisti. È quella di residenti e associazioni, partita negli anni ’90 in via Bonito al Vomero, transitata per il Consiglio di Stato. All’apparenza era sopita da un decennio. Al punto che 8 anni fa – col favore della Quinta Municipalità – si ventilava l’arrivo di un parco pubblico, invece dei posti auto. Oggi però c’è una nuova proposta di parcheggio, nella stessa strada di San Martino. Ad avversare l’idea è la rete No Box, che annovera i protagonisti della vecchia lotta. Ma a firmare il progetto è l’urbanista Luigi De Falco, presidente della sezione napoletana di Italia Nostra. E a complicare il quadro c’è il diniego del permesso a costruire, espresso dal Servizio Edilizia Privata del Comune sull’intervento in via Bonito 27.
I No Box parlano di “indignazione e allarme tra gli abitanti”, per “l’assurda idea di trasformare un ultimo lembo di terreno, sopravvissuto a fatica, in un parcheggio”. La rete ricorda come l’area “un tempo minacciata dallo sventramento, è stata difesa a costo di estenuante lavoro, durato alcuni decenni, che ha respinto l’assalto”. Sulle barricate, oggi come ieri, sigle come Comitato San Martino, WWF, Legambiente. L’intervento prevede la trasformazione del suolo di 2.400 mq in un parcheggio a raso per 63 autovetture e 8 motocicli. Il progetto poggia su due parcheggi interrati per 23 box auto (16+7): quello di 16 consentirebbe ulteriori 8 posti. Secondo gli oppositori, “è opinione ampiamente condivisa che costruire un parcheggio non risolverà nulla, solo peggiorerà il traffico, l’inquinamento e la qualità della vita”. E si esprime “profonda preoccupazione per l’eventualità che, al diniego del Comune già espresso, vengano contrapposti atti amministrativi puramente formali”. Il proclama è: “Basta cementificare il nostro futuro e i residui polmoni di verde in città!“.
Di tutt’altro avviso De Falco, premettendo che “non vanno assolutamente confusi” il piano professionale e l’impegno in Italia Nostra. “Il Piano regolatore sull’area prevede la realizzazione di un parcheggio” dice il progettista. Per questo “non ci sarà un’impugnazione” del diniego comunale. “Si tratta evidentemente – spiega – di definire una soluzione che sia compatibile, sotto questo aspetto. La prima non lo è stata per qualche dettaglio non condiviso dagli uffici, quindi pacificamente la cosa si è risolta”. L’urbanista ricorda la legge Tognoli del 1989, “la quale consente di fare parcheggi interrati in ogni dove”. Il Piano regolatore di Napoli, “per evitare che si sforacchiasse la città senza alcun controllo – argomenta De Falco -, ha previsto determinate e non poche zone sulle quali i parcheggi si possono realizzare, secondo direttive che lo stesso Piano regolatore dà. Si tratta di andare a individuare le zone, e questa di via Bonito è una di quelle, dove il Piano regolatore consente la realizzazione di un parcheggio secondo precise direttive specificamente tecniche del Piano Regolatore“. Per De Falco “il punto è: se la città ha bisogno di parcheggi privati, perché abbiamo un numero di autovetture esorbitante rispetto alla disponibilità effettiva, finché non c’è risposta attraverso un sistema di mobilità pubblica che consenta di lasciare la macchine fuori dal centro urbano, la città avrà ancora queste esigenze”.
Rispetto al vecchio contenzioso, sono cambiati sia i proprietari del terreno sia il progettista. Oggi a chiedere di realizzare il parcheggio è un privato che assolutamente non intende “invocare le deroghe che comunque la legge consentirebbe”, sottolinea il progettista. A chi contrasta l’intervento, De Falco risponde: “Forse chi vi vede un problema non avrà seguito la vicenda del Piano regolatore durante la sua formazione. La legge prevede una fase partecipata con i cittadini che possono osservare le cose su cui non concordano”. Sul futuro del progetto, l’urbanista è chiaro: “L’attuale proprietà, potrebbe anche lasciar perdere, ma finché l’area resta privata chiunque avrà il diritto di presentare una progettazione. Semmai il Comune potrebbe incoraggiare la soluzione, pure prevista dal prg con altre condizioni, di realizzare un parcheggio interrato ma chiedendo al privato l’uso pubblico del verde soprastante”. Il duello è solo all’inizio.