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Parcheggi interrati al Vomero Arenella, seconda diffida della rete sociale No Box al Comune di Napoli. Dopo il primo invito notificato a marzo, ma ignorato dall’amministrazione, si torna a chiedere di “non dare seguito al procedimento” e “predisporre immediatamente, anche in autotutela, tutte le opportune azioni volte a rendere inefficace, ad annullare e ad estinguere la connessa procedura”.

In caso contrario, “trascorsi inutilmente dieci giorni da oggi (ieri, ndr), nostro malgrado – avverte l’atto – ci vedremo costretti a presentare esposto/denuncia presso le competenti Autorità Giudiziarie Penali e Contabili, in relazione alle ipotesi di irregolarità e di danno erariale innanzi rappresentate”. La diffida, redatta dal legale Vincenzo Marzuillo, tra gli altri è indirizzata al sindaco Manfredi e all’assessore Cosenza. Dell’opposizione al progetto si è parlato ieri, nel incontro pubblico “Diritto alla città: un viaggio tra legge Tognoli, sfruttamento del sottosuolo e mobilità sostenibile”. Alla riunione, presso la sala Nugnes del consiglio comunale, non c’erano esponenti dell’amministrazione cittadina.

Unica eccezione, il capogruppo pentastellato Ciro Borriello. Richiamandosi alla convenzione tra il Comune e la concessionaria cooperativa Napoli 2000, la diffida sostiene “che l’opera in questione, quand’anche la si volesse realizzare mediante stralci (ovvero i tre stralci indicati in oggetto), era, doveva e deve essere unica ed indivisibile, in quanto uniche ed indivisibili ne erano e ne sono le finalità, gli scopi sociali ed i benefici compensativi”. Il riferimento è alle tre aree individuate dal progetto: piazza degli Artisti, unica disponibile ad oggi, via Tino di Camaino e via Casale De Bustis. Secondo la diffida, si dovrebbe pure tener conto dei “pareri, delle richieste, delle osservazioni e delle prescrizioni emanate nel corso degli anni dalla Soprintendenza” e “da tutti degli Organi e degli Enti coinvolti nella procedura”. Nelle valutazioni tecniche dei No Box, peraltro, “semplicemente attuando tali prescrizioni, si rileva che fra i tre stralci in oggetto non ci sarebbe e non potrebbe mai esserci la suddetta necessaria congruità strutturale ed architettonica, con la conseguenza che l’opera in questione, nella sua interezza, non sarebbe in ogni caso realizzabile”.

Inoltre si ipotizza il rischio di tre danni erariali, derivanti dal progetto. “In difetto della realizzazione dell’intera opera complessivamente considerata – spiega la diffida -, in assenza dell’attuazione degli stralci di Via Tino di Camaino e dell’Area De Bustis ed in mancanza soprattutto delle opere compensative di tali stralci, si determinerebbe un primo danno erariale pari al valore delle opere compensative che non verrebbero realizzate, che da piano finanziario ufficiale della stessa Società Cooperativa Edilizia Napoli 2000 (…) sarebbero quotate in ben €. 9.200.000”. Ed anche “in relazione all’unico stralcio che allo stato appare realizzabile, ovvero quello di Piazza degli Artisti, si determinerebbe l’ulteriore e secondo danno erariale consistente nella scomparsa di 83 posti auto a raso ad uso pubblico ed a rotazione (stalli cd. “strisce blu”), attualmente esistenti nella zona della medesima Piazza, ma che scomparirebbero a seguito dei lavori in questione”. Connesso “al precedente, vi sarebbe ancora un terzo danno erariale, che sarebbe pari al valore delle somme non incassate dal Comune di Napoli”. Il mancato introito stimato è di circa 120.000 euro all’anno. L’opera, al momento, attende l’autorizzazione ai lavori da Palazzo San Giacomo.