NAPOLI – Ad ascoltarlo non c’era Laura Lieto, l’assessore all’urbanistica che, la scorsa settimana, lo ha escluso categoricamente. Ma, nel corso del convegno in ricordo di Aldo Loris Rossi, il presidente dell’Ordine degli architetti Leonardo Di Mauro ha parlato chiaro: piaccia o non piaccia, palazzo Ottieri, in piazza del Carmine, uno dei simboli della speculazione edilizia dell’epoca laurina, dovrà essere abbattuto.
Certo, l’occasione per ribadirlo era troppo ghiotta essendo quella di una discussione sul lascito dell’architetto – Loris Rossi – che, come Lamont Young, si è caratterizzato per le sue utopie urbane e, per l’appunto, il sogno di vedere demoliti tutti gli edifici della speculazione napoletana dal 1945 al 1975.
Fatto sta che Di Mauro l’ha messa così: “Io definirei utopia, quella di Loris Rossi, fino a un certo punto. L’architettura di scarto è destinata a scartarsi da sola: è costituita da edifici che prima o poi dovranno essere rottamati come le auto che non funzionano più. Il problema, semmai, sarà cosa progettare al loro posto. Oppure come salvaguardare l’architettura di pregio. Ma palazzo Ottieri al Mercato, per esempio, piaccia o non piaccia, quello o lo buttiamo giù noi o se ne cadrà da solo perchè non si può certo pensare di restaurare la qualità scadente di quel cemento armato”.