Pagamenti ai fornitori, il Comune di Napoli è maglia nera tra le amministrazioni municipali nel 2023. I giorni medi ponderati di ritardo sulla scadenza sono 143,06. A dirlo è l’ufficio studi della Cgia (L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) Meno difficile la situazione della Regione Campania. L’ente di Santa Lucia, a quanto risulta, ha un differimento di 2,55 giorni. Peraltro, il trend regionale si inverte nel primo trimestre di quest’anno, registrando un anticipo di 12,93 giorni. Discorso diverso per Palazzo San Giacomo. Fino a marzo 2024, il gap comunale si riduce a 82,29 giorni di ritardo. Ma tra i comuni italiani, il dato segna comunque la peggior performance.
Non disponibili le informazioni sul Comune di Caserta, inchiodata nel 2023 a 33,41 giorni di ritardo. Nessun dato nuovo anche sul Comune di Benevento, l’anno scorso 1,97 giorni di ritardo. Nel primo trimestre, viceversa peggiora il Comune di Salerno. Se nel 2023 accumulava un differimento medio di 20,56 giorni, quest’anno scivola a 41,58. Unico Comune virtuoso in Campania è Avellino. L’anno scorso vantava un anticipo medio di 8,92 giorni, sulla scadenza. Impossibile il raffronto con l’oggi: anche qui mancano i dati. In ottica Autonomia differenziata, da evidenziare come i peggiori pagatori siano i Comuni del Mezzogiorno.
Nel capitolo aziende sanitarie, due Asl napoletane tra le quattro più lente. La Napoli 3 Sud colleziona un ritardo medio di 27,78 giorni. La Napoli 2 Nord di 15,42 giorni. Da sottolineare che, per le forniture sanitarie, i tempi di pagamento “di norma non possono superare i 60 giorni”. Lo studio lo estrapola dai siti web delle singole Amministrazioni Pubbliche. Si fa riferimento alla sezione Amministrazione Trasparente, nella quale devono essere pubblicate obbligatoriamente le informazioni relative all’indice di tempestività dei pagamenti. Non è positivo il quadro complessivo.
Tra acquisti, consumi, forniture, manutenzioni, formazione del personale e spese energetiche, nel 2023 lo Stato italiano ha sostenuto un costo complessivo di 122 miliardi di euro. Tuttavia “ancora una volta – afferma l’Ufficio studi Cgia – non è riuscito a onorare tutti gli impegni economici presi con i propri fornitori”. I debiti commerciali della nostra Pubblica Amministrazione, infatti, continuano ad ammontare a circa 50 miliardi di euro. L’importo è praticamente lo stesso da almeno 5 anni. “I più penalizzati da questo comportamento così deplorevole – avverte l’indagine – sono le piccole imprese”. All prassi, peraltro, non si sottraggono i ministeri. L’anno scorso 9 su 15 hanno liquidato i propri fornitori in ritardo. Il più grave quello del ministero del Turismo (39,72 giorni), lievitato a 53,00 giorni nel primo trimestre 2024.